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A cosa corrisponde la classe energetica F

03/07/2023

A cosa corrisponde la classe energetica F

La nuova direttiva europea Case Green prevede che tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. I proprietari di immobili in classe energetica F, dunque, dovranno adeguarsi ai nuovi requisiti di efficienza energetica nei prossimi anni.

Per ridurre il fabbisogno energetico della propria abitazione è necessario valutare una serie di interventi di riqualificazione energetica, tenendo conto anche delle agevolazioni disponibili. Vediamo quali sono le caratteristiche di una casa in classe energetica F e come migliorare l’efficienza energetica di un immobile energivoro. 

Cosa significa classe energetica F della casa

La classe energetica degli edifici è una certificazione che attesta l’efficienza energetica di un immobile, stabilendo per ogni abitazione un indice di prestazione energetica globale (EP). Questo parametro viene rilevato attraverso una valutazione tecnica, verificando tutti i consumi legati alla climatizzazione, alla ventilazione e alla produzione di acqua calda sanitaria.

Al termine di questa analisi viene redatto l’APE, ossia l’Attestato di Prestazione Energetica, nel quale viene indicata anche la classe energetica della casa. Questo sistema suddivide gli immobili in base alla loro efficienza energetica, dalla classe G (la peggiore) fino alla A (la migliore), quest’ultima a sua volta formata da 4 sottoclassi, dalla A1 alla A4 (la migliore in assoluto).

In Italia molti immobili si trovano nella classe F, ovvero abitazioni che in genere sono state costruite tra gli anni 70 e 80 senza requisiti di efficienza energetica o bioedilizia. Questi edifici hanno consumi energetici alti, migliori solo delle case in classe energetica G, quindi comportano anche un impatto ambientale considerevole e dei costi in bolletta elevati.

Le case di classe energetica F hanno di solito degli impianti obsoleti, ad esempio una caldaia a gas poco efficiente, presentano dei ponti termici in concomitanza con gli infissi ed elevate dispersioni di calore a causa di un involucro non coibentato in modo ottimale. Inoltre, di norma questi immobili non utilizzano energie rinnovabili, quindi non dispongono di impianti alimentati con fonti sostenibili come l’energia solare.

Abitazione in classe energetica F: quanto consuma?

Le abitazioni in classe F hanno un EP compreso fra 2,60 e 3,50, ossia presentano un consumo energetico da 121 a 160 kWh per metro quadro all’anno. Ciò significa che in questi immobili è necessario un fabbisogno di energia elevato per il riscaldamento, il raffrescamento, la ventilazione e la fornitura di acqua calda sanitaria.

A questo consumo bisogna poi aggiungere quello relativo agli apparecchi domestici, ma non necessariamente esiste una correlazione tra la classe F dell’edificio e la nuova classe energetica F degli elettrodomestici, in quanto sono due parametri completamente diversi. Ma cosa vuole dire classe energetica F degli elettrodomestici?

Questo standard si riferisce alle classi energetiche introdotte nel 2021, con cui gli apparecchi come la lavatrice e il frigorifero sono distinti in base alla loro efficienza, dalla classe G (la peggiore) alla A (la migliore). Ovviamente l’utilizzo di elettrodomestici a basso consumo aiuta a ridurre il fabbisogno energetico della casa, ma non è un fattore determinante ai fini del calcolo dell’APE.

Come ridurre il fabbisogno energetico di una casa in classe F

Per migliorare la classe energetica di un immobile classe F bisogna realizzare alcuni interventi di riqualificazione energetica. I lavori di efficientamento energetico più adatti devono essere individuati in base al rapporto costi/benefici, ossia tenendo conto della spesa da sostenere e dei potenziali benefici ottenibili in termini di risparmio energetico.

Naturalmente è fondamentale valutare in modo prioritario gli interventi coperti dai bonus edilizi, come il bonus ristrutturazione o il bonus fotovoltaico, per usufruire delle detrazioni fiscali e rendere l’investimento economicamente più sostenibile. Le soluzioni a disposizione sono molteplici, tra cui quelle più comuni in queste circostanze sono:

  • miglioramento dell’isolamento termico dell’involucro dell’edificio, ad esempio attraverso un cappotto termico interno o esterno;
  • sostituzione degli infissi con l’installazione di finestre con prestazioni termoacustiche superiori, per eliminare i ponti termici e migliorare il benessere abitativo;
  • coibentazione del tetto per ridurre le dispersioni di calore verso l’alto causate da una copertura inefficiente;
  • sostituzione degli impianti termici con una caldaia ad alta efficienza, ad esempio una caldaia a condensazione o un sistema a pompa di calore.

Per migliorare ulteriormente la classe energetica, ad esempio in vista dei requisiti introdotti dalla normativa UE case green, è possibile installare un impianto fotovoltaico o un sistema solare termico. In questo modo è possibile produrre energia elettrica e termica in modo sostenibile, sfruttando la luce solare e i pannelli solari e fotovoltaici da installare sul tetto dell’edificio.

Allo stesso modo è possibile sottoscrivere un’offerta luce e gas attenta all’ambiente, ad esempio avvalendosi di una fornitura di energia elettrica ricavata al 100% da fonti rinnovabili e di strumenti che consentono di compensare le emissioni di CO2 dovute all’utilizzo del gas per il riscaldamento, la cottura dei cibi e la produzione di acqua calda sanitaria.

Gli interventi di efficienza energetica vanno sempre pianificati con attenzione partendo da un’accurata diagnosi energetica dell’immobile. Si tratta di un processo indispensabile per effettuare investimenti consapevoli finalizzati al risparmio energetico, ossia in grado di portare benefici economici e ambientali di lungo termine.