A cosa serve la diagnosi energetica

29/02/2024

A cosa serve la diagnosi energetica

La diagnosi energetica è una procedura con la quale viene realizzata una valutazione completa dell’edificio. Si tratta di un vero e proprio audit energetico, un passaggio indispensabile per poter pianificare qualsiasi tipo di intervento di riqualificazione energetica, per capire quali sono le azioni più vantaggiose per migliorare l’efficienza dell’immobile.

Con questa analisi preliminare è possibile stabilire le operazioni più convenienti per rendere gli edifici meno energivori, intervenendo in modo consapevole nell’individuazione dei lavori più adatti da effettuare. Vediamo in cosa consiste nel dettaglio e a cosa serve la diagnosi energetica, quando è obbligatorio eseguirla e chi può realizzarla.

Diagnosi energetica: cos’è esattamente

La procedura di diagnosi energetica è un’analisi dettagliata delle caratteristiche tecniche di un edificio, che ha l’obiettivo di identificare gli interventi più utili per il miglioramento dell’efficienza energetica. Questa operazione richiede uno studio preliminare dell’abitazione, valutando con attenzione una serie di aspetti:

  • tipo di edificio e destinazione d’uso;
  • fonti di energia adoperate;
  • consumi energetici;
  • dati climatici della zona.

Nella realizzazione dell’audit energetico vengono considerate tutte le caratteristiche dell’edificio, a partire dalla sua tipologia e dall’utilizzo dell’immobile (ambito residenziale, industriale o pubblico). Inoltre, vengono analizzati tutti i dati sulle fonti energetiche usate per il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda sanitaria e la fornitura di energia elettrica.

Allo stesso modo sono presi in considerazione i consumi energetici annuali medi, compresa la presenza o meno di impianti green che funzionano con fonti rinnovabili. Sono visionati anche i dati relativi alla zona climatica di riferimento, all’irraggiamento solare e viene eseguito uno studio approfondito di tutti gli elementi come infissi e strutture murarie.

Successivamente le informazioni acquisite vengono elaborate e viene realizzata una simulazione computerizzata dell’edificio, confrontando ad esempio i consumi energetici rilevati con quelli stimati. Infine, vengono proposti degli interventi migliorativi, con il processo che si conclude attraverso la produzione della diagnosi energetica finale e del quadro sintetico.

A cosa serve la diagnosi energetica

Lo scopo della diagnosi energetica del condominio, di altri edifici residenziali, oppure di strutture pubbliche, aziendali o industriali è valutare la situazione energetica dello stabile. Questa analisi preliminare serve per comprendere qual è la situazione di partenza dell’edificio, al fine di individuare i punti deboli e le possibili migliorie da apportare all’immobile.

Attraverso l’audit energetico si possono infine scoprire quali sono gli interventi più convenienti per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, valutando il rapporto costi-benefici di ogni proposta in maniera consapevole. Inoltre, è possibile giudicare in modo più efficace eventuali agevolazioni pubbliche presenti, scegliendo i lavori da effettuare tenendo conto anche del budget disponibile.

Diagnosi energetica: chi deve farla?

La diagnosi energetica è obbligatoria in Italia per le aziende di grandi dimensioni (D.Lgs. 102/2014), ovvero le imprese con più di 250 dipendenti e un fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Lo stesso vale per le imprese energivore, con un consumo di energia elettrica superiore a 2,4 GWh, oppure per gli edifici pubblici, nel caso di interventi di ristrutturazione o di sostituzione degli impianti termici (D.Lgs. 115/2008).

L’audit energetico deve essere eseguito anche in ambito residenziale in alcune circostanze particolari. In particolare, è obbligatoria la diagnosi energetica del condominio o degli immobili privati (DM 26/06/2015) nel caso di ristrutturazioni, oppure per l’installazione o la sostituzione di impianti termici.

Ad ogni modo è consigliata anche per tutti gli interventi di riqualificazione energetica, poiché aiuta a scegliere meglio i lavori più adatti ottimizzando i costi e i risultati. La diagnosi può essere effettuata solo da tecnici abilitati, rivolgendosi ad aziende e professionisti qualificati per l’analisi energetica degli edifici come gli energy manager.

Quali sono i vantaggi della diagnosi energetica?

Con la diagnosi energetica è possibile sfruttare appieno le detrazioni fiscali proposte dallo Stato e dagli enti locali, selezionando gli interventi economicamente più vantaggiosi. Inoltre, è possibile massimizzare il risparmio energetico, evitando di realizzare lavori con un impatto modesto sull’efficientamento dell’edificio, optando solo per le operazioni in grado di offrire il maggiore ritorno possibile.

Una corretta diagnosi energetica permette di aumentare la sostenibilità ambientale ottenibile con i vari interventi, preferendo i lavori che garantiscono una maggiore riduzione dei consumi e dunque delle emissioni di gas ad effetto serra. Con l’audit energetico è possibile mettere a punto una strategia integrata, un approccio più efficiente per rendere l’immobile più green, confortevole ed economico da mantenere.

Quando fare la diagnosi energetica

La diagnosi energetica dovrebbe essere considerata una pratica regolare e costante, ma ci sono alcuni momenti chiave in cui è particolarmente importante farla:

  1. Nuova costruzione o ristrutturazione: se stai costruendo un nuovo edificio o stai pianificando una ristrutturazione importante, è essenziale valutare l'efficienza energetica fin dall'inizio. Una diagnosi in questa fase può aiutare a integrare soluzioni energetiche efficienti nel progetto, portando ad un risparmio futuro nelle bollette.
  2. Cambiamenti significativi nell'attività: se la tua attività subisce cambiamenti significativi, come l'introduzione di nuovi processi produttivi o l'espansione dell'azienda, è un buon momento per rivalutare il consumo energetico e identificare eventuali miglioramenti da integrare.
  3. Aumento delle bollette energetiche: se noti un aumento significativo delle bollette energetiche senza un corrispondente aumento dell'attività, potrebbe essere un segnale che c'è spazio per migliorare l'efficienza energetica.
  4. Adempimento normativo: in alcuni casi, la legge può richiedere la realizzazione periodica di una diagnosi energetica, pertanto è necessario verificare attentamente le normative in vigore.

La normativa sulla diagnosi energetica

La normativa sulla diagnosi energetica varia da paese a paese, ma in generale, molte nazioni hanno introdotto leggi e regolamenti per promuovere l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra. Queste normative possono includere:

  1. Obblighi di reporting: alcuni paesi richiedono alle aziende di presentare rapporti periodici sul proprio consumo energetico e sulle azioni intraprese per migliorare l’efficienza.
  2. Certificazioni energetiche: in molti casi, gli edifici devono ottenere certificazioni energetiche che valutano le loro prestazioni e identificano possibili aree di miglioramento. In Italia per esempio, per poter vendere un’immobile è obbligatorio redigere la certificazione energetica APE (acronimo di attestato certificazione energetica).
  3. Incentivi finanziari: alcuni governi offrono incentivi finanziari, come sgravi fiscali o sovvenzioni, per incoraggiare le aziende a investire in soluzioni energetiche sostenibili e a condurre diagnosi energetiche. In Italia, è il caso dell’Ecobonus grazie al quale molti immobili hanno migliorato la classe energetica con il cappotto termico, il cambio delle caldaia o degli infissi.
  4. Sanzioni per non conformità: può esserci anche l'applicazione di sanzioni per le aziende che non rispettano le normative sulla diagnosi energetica o che non adottano misure per migliorare l'efficienza energetica.

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