Quando aumentare la potenza del contatore elettrico: guida e costi
L’aumento della potenza del contatore si richiede quando la potenza impegnata non è sufficiente, in quanto inadeguata in base al proprio fabbisogno energetico. In genere, le utenze domestiche hanno un contatore da 3 kW, ma in alcune circostanze potrebbe essere necessario incrementare la potenza fino a 4,5 o 6 kW.
Si tratta di un’operazione abbastanza semplice e veloce, basta rivolgersi direttamente al proprio fornitore di energia, tuttavia è importante sapere quali documenti servono e quanto costa aumentare la potenza del contatore. Vediamo qual è la procedura dettagliata e quando bisogna considerare il cambio di potenza del contatore elettrico.
Se scatta spesso la luce in casa il problema potrebbe essere una potenza insufficiente del contatore, misurata in kW (kilowattora) e indicata tra le informazioni disponibili all’interno della bolletta dell’energia elettrica. Ciò può avvenire quando si utilizzano elettrodomestici che consumano molta energia, oppure quando si sostituisce la caldaia a gas con un impianto di riscaldamento elettrico.
Lo stesso vale per chi ricarica l’auto elettrica in casa, ad esempio utilizzando una wall box oppure la presa di corrente convenzionale. Se la ricarica lunga avviene durante l’impiego di elettrodomestici ad alto consumo, come il condizionatore d’aria, la lavastoviglie o la lavatrice, l’energia elettrica potrebbe saltare se la potenza complessiva supera i 3,3 kW.
In tutti i casi in cui il fabbisogno energetico supera i 3 kW, lo standard previsto per le utenze elettriche domestiche, bisogna quindi valutare l’incremento della potenza del contatore. Dal 2017 è possibile richiedere un aumento a scaglioni di 0,5 kW, con scatti di 1 kW per una potenza impegnata da 6 a 10 kW e aumenti fino a 5 kW per contatori con una potenza superiore a 10 kW.
L’operazione si può effettuare online, basta contattare il proprio fornitore di energia, approfittando dell’occasione per scegliere una tariffa luce più conveniente sul mercato libero. Con le offerte luce Pulsee, ad esempio, è possibile ottenere una elettricità prodotta da fonti al 100% rinnovabili, con la possibilità di optare per una tariffa monoraria per una maggiore comodità o bioraria con due fasce orarie elettriche.
L’aumento della potenza del contatore elettrico comporta un incremento dei costi fissi nella bolletta dell’energia elettrica, in quanto la quota potenza dell’utenza è legata ai kW del contatore. Questa spesa fa parte dei costi per il trasporto e la gestione del contatore ed è una voce uguale per tutti i fornitori, poiché non viene decisa dai venditori di energia ma da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente.
Per un contatore da 3 kW il prezzo della quota potenza è di circa 20 euro l’anno, mentre passa a circa 30 euro l’anno con una potenza impegnata di 4,5 kW, oppure arriva a circa 40 euro l’anno con un contatore da 6 kW. I costi della quota potenza sono più elevati per le utenze delle seconde case, a causa del diverso tipo di sistema utilizzato per il calcolo dei costi fissi della bolletta.
Con la riforma introdotta nel 2017, il costo dell’aumento di potenza del contatore elettrico è diventato comunque più economico, con una riduzione del contributo per kW richiesto per la potenza aggiuntiva valida fino al 2023. In particolare, è stato azzerato il contributo amministrativo a favore del distributore, sia per le operazioni realizzate nel servizio di maggior tutela sia in quelle relative a un’utenza luce nel mercato libero.
Incrementare la potenza impegnata nel mercato tutelato costa dunque 60,86 euro per ogni kW di potenza aggiuntiva, oltre a un contributo fisso di 23 euro al venditore. Nel mercato libero invece dipende da cosa prevede il proprio contratto, quindi bisogna contattare il proprio fornitore per chiedere informazioni a riguardo, oppure leggere con attenzione il contratto sottoscritto.
Le tempistiche per l’aumento della potenza del contatore elettrico sono piuttosto veloci, ma possono variare a seconda di diversi fattori, tra cui:
Generalmente un intervento ordinario richiede fino a 5 giorni lavorativi per completare l’operazione. Per i lavori più complessi invece, si può arrivare fino a 2 mesi, ricevendo in questi casi un preventivo dettagliato su costi e possibili disagi da parte del distributore entro 15 giorni lavorativi.
Ovviamente è possibile anche diminuire la potenza impegnata, richiedendo la riduzione della potenza del contatore elettrico. Si tratta di una misura che consente di risparmiare sui costi fissi della bolletta dell’energia elettrica, utile quando ci si accorge di non usare tutta la potenza disponibile, ad esempio dopo un intervento di risparmio energetico in casa.
Anche in questa circostanza bisogna rivolgersi al proprio fornitore di energia. Se l’abbassamento di potenza viene richiesto dallo stesso utente l’operazione è gratuita, ad eccezione del contributo per le spese amministrative pari a 23 euro. Altrimenti, se a chiederlo è un altro utente diverso da chi ha richiesto l’aumento, bisogna pagare di nuovo i costi previsti per il cambio di potenza del contatore.
Ci sono alcuni fattori e accorgimenti che possono farci capire che è arrivato il momento di richiedere un aumento della potenza del contatore.
Con Pulsee Luce e Gas hai sempre a disposizione un supporto clienti che ti può indirizzare nella scelta migliore per la tua specifica situazione, e in modo rapido e senza sorprese attivare l’aumento di potenza lasciandoti il tempo libero per le cose che ami.