Come funzionano le utenze domestiche della seconda casa
Le utenze per la seconda casa possono risultare più costose rispetto alle bollette energetiche della prima abitazione, soprattutto perché il sistema di calcolo è diverso ed esistono varie differenze. Quando parliamo di utenze domestiche per la seconda casa, facciamo riferimento per esempio a quelle che si pagano per la casa al mare o in montagna: è vero che le si usa meno della prima abitazione, ma al tempo stesso le tariffe saranno anche meno agevolate.
Per evitare di pagare più del dovuto è fondamentale conoscere bene come vengono conteggiati gli importi in bolletta, cosa dicono le normative di legge e capire come è possibile spendere meno senza rinunciare alla qualità. Ecco come funzionano le utenze seconda casa, qual è la differenza con le bollette dell’abitazione di residenza e come fare per risparmiare su costi ed emissioni.
Da gennaio 2017 è entrata in vigore la riforma delle tariffe energetiche prevista da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambienti (Delibera 582/2015/R/eel in linea con Direttiva Europea 2012/27/UE, come indicato da DL 96/2013 e D.Lgs n.102 4 luglio 2014).
Successivamente, la delibera 582 è stata attuata, con limitati correttivi, dalla delibera 782/2016/R/eel.
Tra le novità previste dal 2017 ci sono:
Per il consumo di gas il modello di calcolo è rimasto invariato, mentre è cambiato quello relativo alla fornitura di energia elettrica. Il nuovo sistema prende in considerazione il tipo di consumatore e gli impianti presenti nell’abitazione, applicando diversi codici per la tariffa di distribuzione (TD).
In particolare, la materia prima energia non presenta differenze tra prima e seconda casa, mentre a incidere sono gli oneri di sistema. Questa quota, uguale per tutti i fornitori, viene calcolata in modo diverso per i clienti domestici residenti e non residenti. Dal 2017 non sono più applicate le vecchie tariffe D1, D2 e D3 che penalizzavano gli utenti che consumavano di più, ma una serie di tariffe TD.
Con l’introduzione delle tariffe TD esiste una maggiorazione sugli oneri di sistema per le utenze delle seconde abitazioni. Come stabilito da ARERA , per i clienti domestici residenti nella casa gli oneri di sistema si calcolano direttamente nella quota energia, perciò sono legati al consumo di energia elettrica. Al contrario, non sono applicate né la quota fissa né la quota potenza.
Per i clienti domestici non residenti, invece, gli oneri di sistema vengono calcolati sia nella quota energia in base al consumo sia nella quota fissa. Quest’ultima prevede un prezzo fisso di 123,66 euro l’anno per ogni punto di prelievo, come indicato dalle tabelle del Servizio Elettrico Nazionale, il principale motivo che causa la maggiorazione delle bollette luce per le seconde case.
Chi desidera risparmiare continuativamente sulla bolletta luce e gas, anche per la seconda casa, dovrebbe inoltre sempre attenersi alle regole generali per limitare i consumi, evitando così anche gli sprechi. Esistono inoltre diverse tariffe che approfittano delle fasce orarie: in linea generale, dopo le 19 l’energia elettrica avrà un costo inferiore e sarà sempre possibile utilizzare gli elettrodomestici abbattendo il più possibile i costi.
Per le forniture di gas non esiste questa differenza, quindi la base di calcolo tra prime e seconde abitazioni è la stessa. A cambiare è invece la zona climatica (DPR n.412 del 26 agosto 2013), quindi se l’altro immobile si trova in una zona diversa, per la quale è previsto un costo dell’energia più alto, a parità di consumo si pagherà di più per la bolletta del gas.
Le zone climatiche per le utenze del gas sono definite attraverso i gradi giorno, ovvero le condizioni climatiche medie. I gradi giorno sono calcolati tenendo conto della differenza tra la temperatura esterna media e una temperatura ideale di 20°C in casa, considerando come periodo di riferimento il numero di giorni in cui si utilizza il riscaldamento. Come viene logico pensare, le differenze tra zone climatiche possono influenzare non poco i costi della bolletta del gas, anche a parità di consumo.
La questione delle bollette per la casa in affitto dipende soprattutto dal tipo di contratto di locazione in corso. Hai intenzione di affittare la tua seconda casa per brevi periodi di tempo, o in maniera continuativa? Andiamo a vedere entrambi i casi.
Se la seconda abitazione viene affittata, ad esempio come casa vacanze per l’estate, il pagamento delle bollette rimane comunque a carico del proprietario della casa, non di residenza. Si tratta della situazione comune, in quanto un immobile al mare o in montagna in genere viene affittato solo per trascorrere le ferie, quindi per brevi periodi o al massimo la stagione estiva o invernale.
Se invece si possiedono altri immobili da affittare in modo continuativo, come una seconda casa in un’altra città o all’interno dello stesso comune, in questo caso è possibile intestare le utenze all’inquilino. Ovviamente in caso di coinquilini la situazione si complica, infatti in genere si individua un referente principale, il quale procede alla riscossione delle varie quote per le bollette energetiche dagli altri affittuari.