Cosa si intende per energie primarie e secondarie
L’energia non è tutta uguale, ma esistono delle importanti differenze in base a una serie criteri di valutazione che si possono adottare. Uno di questi riguarda la distinzione tra energia primaria e secondaria, una differenziazione che tiene conto della possibilità di utilizzare o meno la fonte energetica senza ulteriori passaggi.
In pratica, alcune fonti di energia possono essere utilizzate subito, così come sono, mentre altre richiedono delle trasformazioni che rendano la fonte impiegabile a fini energetici. Ecco tutto quello che bisogna sapere sulle energie primarie, le energie secondarie e alcuni esempi utili per capire meglio di cosa si tratta.
Secondo la definizione di energia primaria dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, con questo termine si intende una fonte energetica, esauribile o rinnovabile, presente in natura che non ha subito nessuna trasformazione.
In particolare, le energie primarie sono tutte quelle fonti di energia che sono disponibili e possono essere utilizzate dall’uomo direttamente, senza che sia necessario realizzare dei processi aggiuntivi. Si tratta in genere di energie naturali, ovvero prodotte dalla Terra o da elementi esterni come il Sole, che possono essere sfruttare subito per alcuni processi specifici.
L’esempio più comune di energia primaria è quello della luce del Sole, ossia le radiazioni solari che colpiscono la Terra e la riscaldano. Oltre a produrre energia termica, riscaldando la temperatura terrestre e rendendo possibile la vita sul nostro Pianeta, l’energia solare è un’energia primaria anche nel ruolo che svolge nella fotosintesi clorofilliana, ovvero funzionando come carburante per le piante.
Ovviamente esistono molti altri esempi di energia primaria, tra cui l’energia geotermica che permette di usufruire di acqua calda naturale, l’energia eolica che può essere adoperata per la navigazione o la produzione di elettricità, l’energia marina legata alle maree, alle correnti sottomarine e alle onde, le biomasse come la legna usata per scaldarsi, ma anche i combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas naturale.
A differenza di quanto avviene per le fonti primarie di energia, le energie secondarie non sono direttamente utilizzabili dagli essere umani, ma solo dopo dei processi di trasformazione. In pratica, le energie secondarie sono il frutto dell’industrializzazione umana, in quanto non sono fonti energetiche disponibili in natura ma il frutto dell’intervento degli essere umani.
Un esempio di energia secondaria è la benzina, un combustibile per autotrazione utilizzato per alimentare le automobili e prodotto dalla raffinazione del petrolio. Lo stesso vale per l’energia elettrica, sia quella ricavata dal gas nelle centrali termoelettriche, sia quella prodotta in modo sostenibile attraverso il fotovoltaico, l’eolico o l’idroelettrico.
Poiché richiede quasi sempre processi complessi per essere ottenuta, quasi tutta l’energia elettrica è di fatto un’energia secondaria, estratta da un’ampia varietà di fonti fossili o rinnovabili e disponibile solo dopo una serie di trasformazioni. È quanto avviene ad esempio per l’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico, elettricità che richiede la trasformazione della luce solare in energia elettrica in corrente continua e la sua conversione in corrente alternata prima di essere utilizzabile.
L’energia primaria rappresenta anche il potenziale energetico di fonti e vettori di energia, rinnovabili e non rinnovabili, nella loro forma naturale, ossia quando ancora non hanno subito alcun tipo di trasformazione. L’energia primaria può essere misurata in varie unità di misura, tra cui Joule (J), kilowattora (kWh), tonnellate equivalenti di petrolio (TEP) o tonnellate di CO2 equivalenti emesse (CO2eq).
L’utilizzo finale dell’energia, infatti, può richiedere il contributo di diversi tipi di energia primaria, in quanto l’energia secondaria è il risultato di un insieme di fonti e vettori energetici diversi. Calcolando l’apporto di ogni tipo di energia, dunque, è possibile stabilire il contenuto di ogni energia primaria in un vettore energetico secondario.
Ad esempio, per produrre energia elettrica da un impianto fotovoltaico (energia secondaria) è necessario il contributo di varie fonti di energia primaria, come il diesel per alimentare i macchinari che scavano la sabbia di quarzo o la ghiaia di quarzo da cui ottenere il silicio, oppure il gas naturale utilizzato nei forni per raggiungere le alte temperature richieste dal processo di fusione.
In questo modo, inoltre, è possibile calcolare il contributo delle energie primarie rinnovabili e delle energie primarie fossili alle energie secondarie, per confrontare energie diverse e scegliere le soluzioni più ecologiche. In più, misurando i fabbisogni energetici in termini di energia primaria, è possibile comparare tra loro impianti che utilizzano fonti differenti, ad esempio una caldaia a biomasse e una caldaia a gas, individuando le tecnologie migliori per gli interventi di riqualificazione energetica.