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Cosa sono i combustibili fossili

14/06/2021

Cosa sono i combustibili fossili

I combustibili fossili sono riconosciuti come i principali responsabili dei cambiamenti climatici, in quanto il loro utilizzo come fonti energetiche causa il rilascio nell’atmosfera di emissioni climalteranti. Ovviamente non tutti i composti di origine organica hanno lo stesso potenziale inquinante, tuttavia il loro impiego provoca sempre una serie di problematiche ambientali molto serie.

Per capire come adottare uno stile di vita più sostenibile è importante sapere innanzitutto quali sono i combustibili fossili, i loro effetti sul pianeta e l’ecosistema. In questo modo è possibile prendere decisioni più consapevoli in ambito energetico, valutando in modo accurato le alternative più green al petrolio e i suoi derivati.

Cosa sono i combustibili fossili

Le fonti fossili sono sostanze organiche utilizzate per la combustione e la produzione di energia elettrica o termica. Questi composti naturali si sono sviluppati nel corso di milioni di anni, attraverso una serie di reazioni chimiche che hanno decomposto il materiale organico in sostanze stabili ad alta concentrazione di carbonio, uno degli elementi principali della biosfera.

La distribuzione dei combustili fossili sul pianeta non è omogenea, infatti si trovano soltanto in alcune zone, in base alla composizione del substrato e alle caratteristiche geologiche dell’area. Questi composti sono presenti all’interno di riserve sotterranee chiamate giacimenti, le quali possono essere localizzate al di sotto della superficie terrestre o del fondale marino.

Combustibili fossili: quali sono?

I principali combustibili fossili sono:

  • petrolio;
  • carbone;
  • gas naturale.

Petrolio

Il petrolio è una sostanza liquida formata con la decomposizione dei microorganismi, i cui depositi accumulati sul fondo del mare hanno subito in milioni di anni trasformazioni chimiche e meccaniche. Questa miscela si trova all’interno di appositi sedimenti, dopodiché viene estratta attraverso piattaforme e trivelle presentandosi in forma grezza altamente infiammabile.

Per essere utilizzato nei processi di combustione come fonte energetica il petrolio deve essere raffinato, un complesso processo di lavorazione che consente di ottenere combustili come il diesel, la benzina, la plastica e l’asfalto. Il massiccio uso di prodotti derivati del petrolio nel corso dell’ultimo secolo ha provocato un forte aumento dell’effetto serra, in quanto la sua combustione causa emissioni elevate di anidride carbonica nell’atmosfera.

Gas naturale

Un altro combustibile fossile molto diffuso è il gas naturale, una sostanza gassosa creata sempre dalla decomposizione dei microorganismi vegetali, marini e animali. Il gas naturale si trova dentro giacimenti sotterranei e spesso è presente nella parte superiore dei depositi di petrolio. All’inizio, infatti, veniva bruciato per raggiungere in sicurezza il greggio, fino a quando cominciò ad essere valorizzato il suo potenziale come combustibile.

Il consumo mondiale di gas naturale è aumentato negli ultimi 20 anni in modo significativo, poiché viene considerato meno inquinante rispetto ai derivati del petrolio e al carbone. Si compone soprattutto di molecole di metano, viene estratto tramite trivellazione ed è comprimibile per agevolarne il trasporto fino agli stabilimenti di lavorazione e distribuzione.

Carbone

Il carbone è il combustibile fossile conosciuto e utilizzato da più tempo, estratto all’interno di miniere attraverso l’asporto di rocce con un’elevata concentrazione di atomi di carbonio. La sua origine è legata alla sedimentazione di specie vegetali di grandi dimensioni, compresse nel corso di oltre 300 milioni di anni da una serie di strati di terreno.

Il carbone è ottenuto dalla lavorazione delle rocce sedimentarie, fino a realizzare un combustibile con circa il 50% di atomi di carbonio, dopodiché può essere adoperato per la produzione di energia termica o elettrica. Nonostante il suo utilizzo generi sempre alte emissioni di gas climalteranti, rispetto a petrolio e gas naturale si tratta di una fonte più economica e accessibile, con una maggiore disponibilità a livello mondiale.

Quali sono i problemi dei combustibili fossili

Innanzitutto, non esistono combustibili fossili rinnovabili, infatti la formazione di questi composti ha richiesto milioni di anni e l’intervento di specifici processi chimici naturali. Una volta che vengono estratti non si rinnovano, quindi le riserve sono destinate ad esaurirsi nei prossimi anni, in base alla quantità di prelievo e utilizzo.

Il problema principale legato all’uso dei combustibili fossili sono le emissioni di gas serra, molecole come l’anidride carbonica, il metano e il monossido di carbonio. La loro estrazione comporta anche seri danni ambientali, inquinando i mari e il suolo, con operazioni estremamente costose di ricerca e sfruttamento dei giacimenti.

Inoltre, ne beneficiano soprattutto alcuni paesi con abbondanza di riserve di petrolio, gas e carbone, mentre gli altri sono costretti ad importare a caro prezzo le materie prime per l’energia, creando una disuguaglianza a livello globale. Un altro aspetto riguarda l’efficienza energetica, infatti esistono soluzioni basate sulle fonti sostenibili in grado di fornire prestazioni energetiche migliori.

La situazione dei combustibili fossili in Italia

In Italia l’utilizzo dei combustibili fossili è ancora piuttosto elevato, come rilevato dall’ultimo report ISPRA basato sull’analisi del sistema energetico nazionale negli ultimi 15 anni. In particolare, la quota fossile è scesa dal 95,5% del 1990 all’80,6% del 2019, una riduzione nell’uso di questi composti organici accelerato dal 2007 ad oggi.

Nello stesso periodo di osservazione i derivati del petrolio sono scesi dal 57,3% al 34,8%, mentre è aumentato l’impiego del gas naturale passato dal 26,3% al 39,2%. Il carbone rimane invece una fonte poco incisiva nel panorama nazionale energetico, infatti la sua quota è diminuita dall’8% registrato fino al 2012 al 4,2% nel 2019, con una riduzione significativa negli ultimi 10 anni.

Con la diminuzione dell’uso dei combustibili fossili c’è stato un netto taglio delle emissioni inquinanti, scese del 19,4% nel 2019 in confronto al 1990. Ciò è stato possibile anche grazie all’incremento delle fonti rinnovabili, la cui quota è quadruplicata dal 1990 ad oggi. Secondo un’analisi di Agora e Energiewende-Ember, nel 2020 le fonti verdi hanno generato più energia elettrica rispetto ai combustibili fossili in Europa, attraverso la crescita sostenuta dell’eolico e del solare.

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