Contestazione bollette: la guida completa
La spesa per l’energia in casa può variare sensibilmente da un mese ad un altro, ad esempio in base alle condizioni climatiche, al prezzo dell’energia all’ingrosso e al tipo di tariffa sottoscritta con il fornitore. Tuttavia, quando si riceve una fattura ritenuta eccessiva è possibile effettuare la contestazione della bolletta.
Si tratta di un diritto dei consumatori, per correggere eventuali errori nella lettura dei consumi, oppure un addebito non dovuto applicato nel calcolo dell’importo da corrispondere. In particolare, vediamo nel caso di una bolletta del gas esagerata cosa fare per contestare la fattura, con la procedura da seguire per presentare un reclamo e fare ricorso contro il pagamento.
Se l’importo della bolletta del gas appare troppo alto bisogna innanzitutto effettuare alcuni controlli, infatti prima di procedere con un reclamo formale è fondamentale essere sicuri che sia stato commesso un errore. In questo caso è opportuno accertarsi dei consumi reali di gas attraverso la lettura del contatore, oppure verificando i dati presenti nell’app mobile del fornitore.
È consigliabile valutare non solo il periodo oggetto della contestazione, ma analizzare anche le fatture precedenti e, se possibile, confrontare quella potenzialmente sbagliata con la bolletta dello stesso periodo ma dell’anno passato. In questo modo si possono effettuare dei confronti più accurati, per capire se realmente la somma richiesta non è compatibile con i propri consumi di energia.
Se dopo questi controlli l’importo elevato rimane inspiegabile, allora non resta che inoltrare un reclamo per la bolletta del gas troppo alta, contestando la fattura inviata dal fornitore. Le tempistiche possono essere lunghe, perciò nel frattempo è possibile pagare la bolletta per intero e poi richiedere il rimborso per la parte non corretta, oppure corrispondere appena il valore dell’importo che si ritiene di dover pagare.
Per la contestazione della bolletta del gas bisogna inviare una lettera di reclamo al fornitore, attraverso una raccomandata postale con ricevuta di ritorno, oppure via email utilizzando un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). All’interno è necessario descrivere il problema, inserendo tutte le informazioni e i documenti necessari come il codice cliente, una copia della bolletta, il numero di matricola del contatore e il codice PDR.
La società ha 40 giorni di tempo per realizzare le verifiche e fornire una risposta, a partire dalla data di ricezione del reclamo. Qualora riconosca lo sbaglio ha ulteriori 90 giorni di tempo per rimborsare il cliente, effettuando il ricalcolo dei costi in bolletta e sottraendo questo importo extra dalle bollette successive. In caso contrario è possibile rivolgersi ad ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, oppure a un mediatore autorizzato o una Camera di commercio.
Per la procedura di conciliazione bisogna fissare un incontro con il rappresentante della compagnia, il quale viene programmato entro un periodo che varia da 10 a 30 giorni. Se attraverso i tentativi di risoluzione ancora non si riesce a risolvere il problema è possibile ricorrere a un giudice di pace, intentando una causa contro il venditore che rifiuta il rimborso o non riconosce l’errore.
Per ridurre il rischio di ricevere una fattura non conforme a quanto dovuto, la soluzione migliore è l’autolettura del contatore del gas. Questa semplice operazione permette di controllare i consumi calcolati dal fornitore, monitorando tutte le bollette per evitare di pagare consumi non effettuati e corrispondere un valore più alto rispetto a quello dovuto.
Basta leggere i dati sul consumo di gas dal display digitale del contatore elettronico, considerando appena le cifre riportate a sinistra della virgola. Dopodiché basta inviare l’autolettura al fornitore tramite app o portale online, per essere certi di pagare i consumi effettivi e non ricevere una bolletta con il calcolo realizzato in base ai consumo presunti.
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