Climate clock: cos'è e quanto tempo manca

26/06/2025

Cosa ci dice il Climate Clock sul nostro futuro

Ogni secondo che passa, l’orologio del clima segna il tempo che ci resta per evitare i peggiori effetti del riscaldamento globale. Il Climate Clock non è solo un simbolo: è un potente strumento di comunicazione che ci mostra, in tempo reale, quanto manca prima che la crisi climatica diventi irreversibile.

Ma cos’è il Climate Clock, come funziona e perché è diventato uno degli strumenti più evocativi nella battaglia per il clima? Scopriamolo insieme.

Che cos’è il Climate Clock

Il Climate Clock (o "Orologio del Clima") è un grande conto alla rovescia che mostra quanto tempo ci rimane per limitare il riscaldamento globale sotto la soglia critica di 1,5°C, come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015.

Ideato nel 2020 dagli attivisti Gan Golan e Andrew Boyd, è stato installato per la prima volta a New York, su un maxi schermo digitale a Union Square. Da allora, il progetto si è diffuso in tutto il mondo, anche grazie all’impegno di organizzazioni come Fridays for Future, che ha portato l’iniziativa anche in Italia, con l’installazione di un Climate Clock a Roma nel 2021.

L’obiettivo? Sensibilizzare la popolazione e i decisori politici sull’urgenza di agire.

Oltre alla versione fisica, il Climate Clock è disponibile anche online, in diverse lingue e aggiornato in tempo reale, ed è diventato uno strumento di mobilitazione per associazioni, scuole, comuni e aziende impegnate nella transizione ecologica.

Come funziona e cosa misura

Il Climate Clock si basa su dati scientifici aggiornati, in particolare sulle analisi del Carbon Budget condotte dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC). Il budget di carbonio rappresenta la quantità massima di CO2 che possiamo ancora emettere per avere una ragionevole probabilità di restare sotto l’aumento di 1,5°C.

Il clock mostra due informazioni principali.

  • Il tempo rimanente: un countdown espresso in anni, giorni, ore, minuti e secondi che indica quanto manca prima di esaurire il nostro carbon budget.
  • La percentuale di energia rinnovabile globale: un dato che mostra i progressi nel passaggio a fonti sostenibili, come eolico e fotovoltaico.

Secondo l’attuale andamento delle emissioni globali, a maggio 2025 restano poco più di 4 anni per invertire la rotta. Se non verranno adottate misure concrete, superare la soglia degli 1,5°C potrebbe avere impatti devastanti su ecosistemi, risorse idriche, sicurezza alimentare e migrazioni.

È importante sapere che il Climate Clock non è fisso: il suo countdown cambia in base al tasso delle emissioni e agli sforzi globali di decarbonizzazione. In altre parole, possiamo ancora guadagnare tempo, ma solo se agiamo subito.

Un simbolo globale, con radici locali

Oltre alla celebre installazione di New York, il Climate Clock ha ispirato iniziative simili in numerose città del mondo. In Italia, l’orologio è stato protagonista di diverse azioni di sensibilizzazione, in particolare durante la campagna lanciata da Fridays for Future Italia. L’obiettivo è rendere visibile e tangibile una crisi che spesso si percepisce come lontana nel tempo o nello spazio.

A Roma, il Climate Clock è stato proiettato in luoghi pubblici e simbolici, come la facciata di edifici storici o durante eventi e manifestazioni. La sua presenza è diventata un’occasione per avviare dibattiti, eventi educativi e incontri tra studenti, attivisti e cittadini. È anche un invito alla responsabilità collettiva, per ribadire che le scelte locali hanno un impatto globale.

Sempre più realtà stanno adottando il Climate Clock come strumento di comunicazione nelle scuole, nei Comuni o nelle imprese. Grazie a formati flessibili e digitali, è possibile integrare il conteggio nei propri siti, nei monitor informativi o nelle attività didattiche.

Perché è importante agire in fretta

Il Climate Clock ci ricorda una verità semplice quanto scomoda: non c’è più tempo da perdere. Le conseguenze del cambiamento climatico sono già evidenti, con eventi estremi sempre più frequenti, scioglimento dei ghiacciai, incendi, siccità e alluvioni.

Il limite degli 1,5°C non è una soglia arbitraria. Superarla significherebbe entrare in una fase di cambiamenti irreversibili per la Terra, con gravi ripercussioni per la salute, l’economia e la vita di miliardi di persone. Ogni decimo di grado conta.

Agire in fretta significa:

  • decarbonizzare i settori ad alta intensità (energia, trasporti, edilizia);
  • investire in tecnologie pulite e infrastrutture sostenibili;
  • proteggere e ripristinare ecosistemi naturali;
  • accelerare la transizione energetica, riducendo le emissioni e aumentando l’efficienza;
  • educare e informare, promuovendo una cultura del clima più diffusa e accessibile.

Il Climate Clock, in questo senso, è anche uno strumento educativo: visualizzare il tempo rimanente genera consapevolezza immediata e può motivare anche chi è meno informato sui temi ambientali.

Cosa possiamo fare per rallentare il conto alla rovescia

Ognuno di noi può contribuire, a partire dalle scelte quotidiane. Anche i piccoli gesti fanno la differenza se moltiplicati su larga scala:

  • scegliere fornitori di energia come Pulsee, che offre energia 100% certificata come proveniente da fonti rinnovabili;
  • ridurre i consumi domestici con soluzioni di efficienza energetica (come lampadine LED, elettrodomestici in classe A+++);
  • spostarsi in modo sostenibile, privilegiando il trasporto pubblico, la mobilità elettrica o la bicicletta;
  • adottare una dieta a basso impatto ambientale e ridurre gli sprechi alimentari;
  • supportare politiche ambientali locali e nazionali;
  • partecipare ad attività di volontariato ambientale o promuovere campagne di sensibilizzazione.

Anche le scelte aziendali contano: le imprese possono integrare criteri ESG nei propri modelli di business, ridurre le emissioni lungo la filiera e investire in innovazione verde.

Il Climate Clock non è solo un simbolo della crisi, ma anche una chiamata all’azione. Fermare il conto alla rovescia significa ripensare il nostro modello di sviluppo e abbracciare un futuro più equo, resiliente e sostenibile. Sta a noi decidere se usare il tempo che resta per cambiare rotta.