I tanti eco della sostenibilità: eco house, villaggi ecologici e comunità energetiche
Il termine ecologia, da cui deriva la parola ecologico, è emerso nel 1866 per indicare lo studio dell'economia della natura e delle relazioni degli animali con l'ambiente. Ad oggi, questo termine si è esteso in diversi contesti e, più semplicemente, indica tutto ciò che non danneggia l’ambiente circostante. Ad oggi, infatti, i termini che contengono il prefisso “eco” sono moltissimi, dal settore della moda – pensiamo ad esempio a ecopelle – all’ecoturismo, fino ad arrivare al comparto edile con ecohouse ed ecovillaggio.
Procedendo con ordine possiamo definire la casa ecologica come uno speciale tipo di costruzione che, grazie a varie caratteristiche, provoca un impatto minimo sull’ambiente. Materiali, isolamento, energia, acqua, tutto in una eco house è studiato nei minimi dettagli per ridurre le emissioni ed essere in perfetta armonia con la natura.
Per meritare veramente il termine "eco", in una casa ecologica si devono tenere in considerazione tanto l'energia incorporata utilizzata nella costruzione – comprese le emissioni di CO2 emesse da ogni attività di lavorazione e il trasporto dei materiali – tanto le prestazioni operative della casa finita.
Durante la realizzazione di una ecohome, infatti, è bene ridurre al minimo l'uso di macchinari di grandi dimensioni preferendo trasporti poco inquinanti come i camion elettrici o, qualora fosse possibile, il trasporto ferroviario. In tutto ciò, anche i materiali fanno la loro parte: l’ideale sarebbe costruire la propria casa con prodotti naturali che immagazzinano CO2 come canapa, fibra di legno, paglia. Ma se non fosse possibile, è sufficiente utilizzare materiali naturali e sostenibili, come legno, pietra e mattoni di terra cruda – essiccati naturalmente anziché riscaldati in un forno –, ancor meglio se riciclati. In breve, tutto fuorché il cemento o l’acciaio. La scelta di non utilizzare questo tipo di materiali, infatti, ridurrebbe le emissioni globali di anidride carbonica del 31%!
I grandi protagonisti delle case ecologiche, però, sono l’energia e efficientamento energetico. Sfruttando l’energia naturale e rendendo la propria casa efficiente, grazie anche alle più recenti innovazioni, vengono minimizzate – in alcuni casi totalmente azzerate – le emissioni di CO2, facendo in modo che i costi in bolletta si riducano notevolmente.
Le fonti di energia sostenibile in una casa green sono indispensabili ed è necessario valutare quale possa essere la più adatta in base al luogo. Le possibilità sono molteplici: dal riscaldamento dell’acqua a energia solare, alla produzione autonoma di energia con panelli fotovoltaici, impianti eolici domestici e idroelettrici abbinati a una pompa di calore come sistema di riscaldamento e raffreddamento. Se non fosse possibile produrre tutta l’energia necessaria da fonti rinnovabili, però, è fondamentale scegliere un fornitore esterno di energia green, come il servizio My Energy Green di Pulsee Luce e Gas, che fornisce energia prodotta interamente da impianti fotovoltaici.
Una volta introdotta energia pulita è poi necessario mantenerla all’interno della casa, ed è qui che entra in gioco l'efficientamento energetico delle ecohouse. Il primo passo è pensare all’isolamento, solitamente doppio e con materiali naturali come la schiuma rigida a base vegetale fatta di alghe, canapa o bambù; alle finestre, necessariamente a doppi o tripli vetri, e all’esposizione, che per abbassare le emissioni dell’abitazione deve essere verso Sud. Ma avere una casa ecologica non significa avere una casa di aspetto e tecnologie datate, anzi: le nuove costruzioni eco sfruttano al massimo le tecnologie a oggi esistenti. In primis, sono dotate di elettrodomestici della più alta classe energetica e di applicazioni che consentono di avere sotto controllo i consumi della casa.
Una casa ecologica, però, oltre agli standard architettonici richiede uno stile di vita sostenibile di chi ci abita. Evitare gli sprechi di energia e cibo, scegliere un’alimentazione sostenibile minimizzando al contempo il consumo di virtual water, allungare la vita degli oggetti attraverso le riparazioni o il riuso e molti altri comportamenti green, aumentano il valore e lo scopo di una ecohouse.
Un comportamento tenuto anche dalle comunità sostenibili, ossia coloro che vivono nei villaggi ecologici. Nati negli anni ‘60 e ‘70 in Florida dal movimento comunitario denominato "back to the land", gli ecovillaggi vengono definiti come una comunità intenzionale sostenibile progettata attraverso tutte le dimensioni della sostenibilità (sociale, culturale, ecologica, economica e di progettazione di interi sistemi) per rigenerare l'ambiente sociale e naturale.
Chi sceglie di entrare a far parte di queste comunità è mosso dal desiderio di vivere insieme agli altri condividendo il rispetto per l’ambiente e l’impegno verso le regole base degli ecovillaggi: l’uso di energie rinnovabili, la condivisione di uno stile di vita a basse emissioni e a zero impatto ambientale e il rispetto di un’alimentazione basata sull’agricoltura biologica.
Le comunità alternative sono ormai diffuse in tutto il mondo. Fondate per la prima volta negli Stati Uniti, si trovano oggi anche in Italia, dove si contano circa 40 villaggi ecologici. Nel nostro territorio si può contare anche un numero simile di comunità energetiche le quali, nonostante abbiano un approccio diverso, adottano lo stesso stile di vita a bassissime emissioni di CO2. Queste ultime, infatti, sono un sistema partecipativo e collaborativo in cui l’energia rinnovabile viene prodotta in maniera autonoma, per poi venire utilizzata dai partecipanti in modo responsabile ed efficiente.
Amore per la natura, rispetto verso l’ambiente circostante, salvaguardia del Pianeta: è questo il filo rosso che collega questi nuovi stili di vita sostenibili. Vivere a emissioni zero si può fare ed è ancora più efficace se fatto insieme!