Fasce climatiche in Italia e consumi
Per ottimizzare i consumi energetici legati al riscaldamento domestico, il territorio nazionale è stato suddiviso in una serie di zone climatiche. Tutte le abitazioni che si trovano nella stessa fascia climatica sono soggette alle stesse limitazioni, quindi devono usare il riscaldamento rispettando delle regole specifiche.
Il ricorso alle zone climatiche per risparmio energetico permette di contenere il consumo di energia per la climatizzazione invernale degli edifici, riducendo il fabbisogno energetico nazionale e le emissioni di gas serra. Scopriamo quali sono le aree climatiche in Italia e come incidono nella bolletta.
Attraverso il DPR 412/1993 sono state introdotte in Italia le zone climatiche, individuando delle porzioni di territorio con caratteristiche climatiche simili. Questa divisione è stata realizzata considerando i gradi giorno, ossia una convenzione che si riferisce al clima medio di un determinato comune in relazione al periodo annuale di riscaldamento.
I gradi giorno sono identificati indipendentemente dalla localizzazione geografica, in quanto sono legati alla differenza tra la temperatura interna e quella esterna. In pratica, le zone climatiche raggruppano i comuni che hanno condizioni climatiche analoghe tenendo conto anche dell’altitudine, con necessità legate al riscaldamento invernale simili.
Più il numero di gradi giorno è elevato più rigide sono le temperature della zona climatica, quindi negli edifici situati in questa area sarà necessario un utilizzo prolungato del riscaldamento rispetto alle abitazioni con un clima più mite. La temperatura di riferimento è 20°C, perciò i gradi giorni indicano quanti giorni in media la temperatura scende al di sotto di questo valore.
Il DPR n. 412 del 1993 classifica il territorio nazionale in 6 zone climatiche, indicate dalla lettera A alla F. Nella zona climatica A si trovano comuni in cui il clima è meno rigido in inverno, quindi con un numero di gradi giorno contenuto e un’esigenza ridotta in merito ai giorni in cui è necessario accendere il riscaldamento.
Al contrario, nella zona climatica F rientrano i comuni caratterizzati da un clima più severo, con una maggiore incidenza di temperature basse in inverno. In questo caso il numero di gradi giorno è ovviamente più alto, dunque in queste aree è necessario utilizzare il riscaldamento per un periodo più lungo rispetto alle altre fasce climatiche.
È la fascia climatica di cui fanno parte i comuni ubicati in zone con un clima invernale particolarmente mite, con gradi giorno inferiori a 600 (ad esempio Lampedusa con 568 gradi giorno). La legge consente di accendere il riscaldamento per 6 ore al giorno, in genere a partire dal 1° dicembre e fino al 15 marzo.
Questa classe climatica comprende i comuni localizzati in zone con un clima lievemente freddo in inverno, con gradi giorno da 600 a 900 (ad esempio Messina con 707 gradi giorno). In queste aree il riscaldamento può essere attivato per 8 ore al giorno, da 1° dicembre fino al 31 marzo.
Nell’area climatica C si trovano comuni caratterizzati da un clima moderatamente freddo durante la stagione invernale, con gradi giorno da 900 a 1400 (ad esempio Napoli con 1034 gradi giorno). Qui è permesso usare il riscaldamento fino a 10 ore al giorno, a partire dal 15 novembre fino al 31 marzo.
I comuni appartenenti alla zona climatica D hanno un clima invernale abbastanza rigido, con gradi giorno che possono andare da 1400 a 2100 (ad esempio Roma con 1415 gradi giorno). In queste aree geografiche è possibile ricorrere al riscaldamento domestico per un massimo di 12 ore giornaliere, iniziando dal 1° novembre fino al 15 aprile.
La classe climatica E include i comuni con un clima rigido in inverno, con maggiori necessità legate alla climatizzazione invernale degli edifici e gradi giorno da 2100 a 3000 (ad esempio Milano con 2404 gradi giorno). Il riscaldamento si può usare fino a 14 ore al giorno, cominciando con l’attivazione dell’impianto termico il 15 ottobre e terminando entro il 15 aprile.
La fascia climatica F raggruppa i comuni soggetti a un clima invernale estremamente rigido, con temperature molto basse e gradi giorno oltre 3000 (ad esempio Belluno con 3043 gradi giorno). In questo caso non esistono restrizioni nell’utilizzo del riscaldamento, infatti l’impianto può essere accesso tutto l’anno senza limiti al numero di ore giornaliere.
Le fasce climatiche incidono in modo indiretto sulle bollette, in quanto in un’abitazione situata in una zona climatica con un numero più elevato di gradi giorno il costo del riscaldamento sarà inevitabilmente più alto. Ciò perché l’impianto dovrà funzionare per un numero maggiore di ore al giorno, rimanendo in funzione più a lungo.
È evidente come negli edifici situati in una classe climatica D, E o F è più importante e conveniente investire nell’efficienza energetica, per ridurre i costi in bolletta e l’impatto ambientale dell’utilizzo prolungato del riscaldamento. Vantaggi economici e ambientali si possono ottenere anche nelle altre fasce, ma in queste zone offrono senz’altro maggiori benefici.
Tra gli interventi utili ci sono:
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