Che cos'è l'impronta idrica e perché limitarla
L’acqua è un elemento essenziale per la vita e l’economia moderna, tuttavia benché possa sembrare una risorsa abbondante in realtà non è così. In particolare, l’acqua dolce rappresenta una minima parte delle riserve globali di acqua, per questo motivo è importane utilizzarla in modo responsabile ed evitare gli sprechi.
Per conoscere il consumo d’acqua è necessario calcolare l’impronta idrica, in questo modo è possibile compiere delle scelte sostenibili e preservare questo bene prezioso. Scopriamo che cos’è l’impronta idrica e come si calcola, per capire come limitarla attraverso decisioni consapevoli.
Con impronta idrica ci si riferisce al consumo diretto e indiretto di acqua dolce, il quale può riferirsi a un bene di consumo, un alimento, un’azienda oppure un intero paese. Si tratta di uno degli indicatori di sostenibilità, insieme all’impronta di carbonio, che tiene conto delle emissioni di gas serra, e dell’impronta ecologica, che considera l’intero impatto ambientale.
L’impronta idrica misura la quantità d’acqua dolce utilizzata per realizzare un prodotto, valutando l’intero ciclo di vita di un determinato bene. Ciò significa tenere conto non solo dell’acqua consumata per la sua produzione, ma anche quella usata per il trasporto, l’impiego da parte del consumatore e lo smaltimento, ottenendo un valore indicativo dell’impatto idrico di un prodotto, un servizio o un processo.
La water footprint analizza sia il consumo diretto di acqua dolce, ad esempio l’acqua utilizzata in un processo produttivo per la fabbricazione del prodotto, sia il consumo indiretto, come l’acqua bevuta da un bovino in relazione alla carne acquista da un consumatore. Questo indicatore prevede inoltre delle sottocategorie:
Questi tre componenti insieme formano l’impronta idrica, un indicatore che fornisce una visione completa del consumo idrico di prodotti e servizi, tenendo conto della diversa influenza nei processi idrogeologici naturali. La water footprint verde, ad esempio, ha un impatto inferiore sull’ambiente e le risorse idriche rispetto all’impronta idrica grigia.
Il calcolo dell’impronta idrica è piuttosto complesso, infatti si utilizzano formule matematiche e modelli avanzati per rilevare il reale consumo d’acqua dolce relativo a tutto il ciclo di vita di un prodotto, un servizio o un’attività. Questi calcoli vengono realizzati da ricercatori e associazioni specializzate, come il Water Footprint Network che offre supporto alle aziende e agli enti che vogliono calcolare la propria impronta idrica.
Il risultato ottenuto viene espresso in litri di acqua per unità di peso o di tempo, ad esempio indicando quanta acqua è utilizzata per ottenere 1 Kg di un alimento. In questo modo consumatori, imprese e decisori politici possono prendere delle decisioni più consapevoli, ad esempio stabilendo degli standard di consumo idrico per le aziende di un settore, oppure compiendo scelte di consumo più sostenibili.
Ecco l’impronta idrica di alcuni prodotti calcolata dal Water Footprint Network:
Per quanto riguarda i prodotti di consumo non alimentari, tra i principali consumatori di acqua dolce ci sono i capi di abbigliamento e gli accessori. Un paio di jeans ha una water footprint di circa 8.000 litri, mentre una maglietta di cotone circa 2.700 litri e un foglio di carta A4 10 litri d’acqua dolce consumata.
In assoluto sono gli animali a consumare più acqua dolce, perciò i prodotti di origine animale come gli abiti e gli accessori in pelle sono tra i peggiori per la water footprint, mentre tra gli alimenti questo record spetta alla carne rossa bovina. All’opposto invece si trovano i prodotti di origine vegetale, soprattutto quelli a foglia verde e i tuberi come le patate.
Per diminuire l’impronta idrica e preservare questa preziosa risorsa è necessario prendere decisioni di consumo responsabile e sostenibile. Innanzitutto è importante basare la propria alimentazione sugli alimenti di origine vegetale, riducendo il consumo di carne rossa, inoltre bisogna prestare attenzione ai vestiti che si comprano, preferendo i prodotti delle aziende certificate con una bassa water footprint.
Bisogna anche evitare gli sprechi idrici in casa, ad esempio installando degli erogatori a basso consumo d’acqua, oppure chiudendo l’acqua della doccia mentre si insapona il corpo o quella del rubinetto quando si spazzolano i denti. È importante sostenere anche interventi pubblici nella manutenzione della rete idrica, per evitare gli sprechi dovuti a guasti e rotture delle tubature.
Noi di Pulsee valorizziamo le azioni positive per l’ambiente, infatti con il servizio Carbon Footprint Compensation puoi certificare le buone abitudini di consumo, finanziando progetti di sostenibilità nei paesi in via di sviluppo attraverso i certificati di riduzione delle emissioni di CO2. Per attivare questo servizio devi solo scegliere una fornitura luce e gas green Pulsee, per diminuire anche l’impronta di carbonio grazie all’utilizzo delle energie rinnovabili.