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Cos'è la coltivazione idroponica e come funziona

31/05/2023

Cos'è la coltivazione idroponica e come funziona      

La coltivazione idroponica è considerato un metodo di agricoltura sostenibile, in quanto consente di ridurre il consumo di suolo fertile e ottimizzare le risorse naturali utilizzate per coltivare gli ortaggi. Si tratta di una tecnica sempre più diffusa, per far fronte al problema della sicurezza alimentare e della scarsità di cibo in alcune aree densamente popolate.

Il sistema idroponico offre numerosi vantaggi rispetto alle tecniche agricole tradizionali, ma presenta anche delle criticità che bisogna conoscere per capire se questo modello può rappresentare realmente una soluzione sostenibile alla scarsità di risorse alimentari. Vediamo come funziona la coltivazione idroponica, quali benefici offre e quali sono le sue prospettive future.

Il significato di coltivazione idroponica

Per coltivazione idroponica si intende un metodo agricolo che prevede la coltivazione delle piante in acqua, senza l’utilizzo di terra. L’origine del termine deriva dalla lingua greca, in particolare dai termini “hidro” ossia acqua e “ponos” ovvero lavoro. In pratica, si tratta di una coltivazione che sfrutta il lavoro dell’acqua per la crescita delle piante.

In sostanza, l’approccio idroponico prevede il mantenimento delle piante al di fuori del terreno, mentre le sostanze nutritive sono fornite attraverso l’acqua in un ciclo chiuso per garantire una crescita veloce degli ortaggi. Questo sistema può essere realizzato adottando varie tecniche, come l’irrigazione a goccia, il flusso e deflusso d’acqua arricchita di nutrienti, oppure l’immersione continua delle radici in una soluzione di acqua e nutrienti.

Come funziona la coltivazione idroponica

La coltivazione idroponica non richiede la piantumazione degli ortaggi nel suolo come avviene nei sistemi agricoli convenzionali. Un metodo utilizzato prevede che le radici delle piante vengano messe in un substrato composto da materiale poroso, ad esempio realizzato con argilla espansa, sabbia o perlite, il quale viene poi inumidito con una soluzione a base di acqua e sostanze nutritive.

In alternativa, la coltivazione idroponica può essere effettuata senza substrato, con l’immersione diretta delle radici nell’acqua in cui sono disciolti i nutrienti essenziali alla crescita delle piante. In entrambi i casi, è necessario regolare con attenzione la quantità di luce e ossigeno, oltre a gestire in modo accurato le sostanze nutritive messe a disposizione delle piante.

Le coltivazioni idroponiche possono essere realizzate sia su piccola scala, anche in ambito domestico, sia su larga scala all’interno di grandi serre tecnologicamente avanzate. In queste strutture si utilizzano sistemi all’avanguardia per monitorare costantemente le piante, regolando in maniera precisa una serie di parametri come la temperatura, l’umidità, la ventilazione, l’intensità luminosa ed eventuali malattie e parassiti.

Che cos’è la coltivazione idroponica verticale

Una delle applicazioni del sistema idroponico è nelle cosiddette vertical farm, ossia degli orti verticali. In pratica, grazie alla coltivazione senza terreno è possibile sfruttare l’altezza per ottimizzare la produttività per metro quadrato di suolo occupato, risolvendo il problema della mancanza di spazio o di suolo fertile in alcune zone.

Le vertical farm sono delle serre che si sviluppano in altezza, con vari piani in cui si trovano le coltivazioni idroponiche. All’interno avvengono spesso anche i processi di trasformazione dei prodotti alimentari, come la raccolta, la pulizia e il confezionamento, per questo motivo sono anche conosciute come aziende agricole verticali.

Il vantaggio principale è la possibilità di produrre ortaggi in qualsiasi luogo, anche all’interno delle città, risolvendo il problema della scarsità di risorse e terreni agricoli. Esistono però delle criticità, legate soprattutto agli alti costi iniziali, alle competenze richieste e al consumo energetico elevato di queste strutture, ma si tratta comunque di soluzioni promettenti su cui molti paesi hanno deciso di puntare.

La coltivazione idroponica in Italia e le prospettive future

La coltivazione idroponica sta crescendo molto in Italia, un Paese con un territorio ridotto e un fabbisogno alimentare elevato, aspetti che agevolano l’adozione di questo tipo di metodi agricoli. Questo tipo di agricoltura sostenibile, in quanto riduce il consumo di suolo, pesticidi e acqua, vanta già diverse imprese attive che stanno sperimentando con successo il sistema idroponico.

Vicino Milano infatti si trova Planet Farms, la vertical farm più grande d’Europa, che si sviluppa in una struttura di oltre 9 mila metri quadrati. Questa fattoria verticale funziona con il 90% di suolo e il 95% di acqua in meno rispetto a una coltivazione tradizionale, producendo soprattutto insalate e basilico senza l’utilizzo di pesticidi e senza sprechi, in modo completamente indipendente dalle condizioni climatiche.

La vertical farm di Cavenago è appena uno degli esempi di coltivazione idroponica in Italia, un settore in forte sviluppato specialmente in regioni come Lombardia, Campania e Toscana. Secondo i dati della società di analisi PitchBook, gli investimenti mondiali nell’indoor farming sono passati da 1,86 miliardi di dollari nel 2020 a 2,71 miliardi nel 2021, con una crescita globale dell’agricoltura idroponica del 25% all’anno.

Le prospettive future quindi sono particolarmente promettenti e positive, soprattutto quelle legate alle coltivazioni idroponiche alimentate esclusivamente con energia proveniente da fonti rinnovabili. Tuttavia, sarà necessario risolvere alcuni problemi come la sostenibilità economica dei sistemi agricoli senza terra, riducendo i costi attraverso l’innovazione tecnologica e la diffusione su larga scala per offrire ai consumatori prezzi più accessibili e competitivi.