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Agricoltura sostenibile per un futuro 4.0

29/08/2022

Economia circolare

Agricoltura sostenibile per un futuro 4.0       

Siamo di fronte a un bivio per l’agricoltura? La crescita di fenomeni di siccità, precipitazioni irregolari, sbalzi di temperatura sta mettendo a rischio il modo di coltivare attualmente in uso?

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si è assistito a una crescita esponenziale della produttività nel settore agricolo, attraverso innovazioni tecnologiche nella meccanizzazione dei processi e nell’utilizzo di fertilizzanti. Nonostante gli effetti positivi, come la grande disponibilità di prodotti, l’intensificazione dell’agricoltura e dell’allevamento ha avuto dei costi che solo ora, con la crisi climatica più evidente, iniziamo a considerare. Tra questi ve ne sono alcuni diretti, come l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere, nonché le maggiori emissioni date dalle produzioni intensive, ma anche altri indiretti, come la progressiva diminuzione delle aziende agricole familiari e delle comunità rurali, e lo sfruttamento dei braccianti agricoli.

Un movimento che prova a mettere in ordine tutti questi problemi è quello dell’agricoltura sostenibile, un termine che fa da cappello a una lunga serie di pratiche, idee e strumenti che pongono sempre al centro la sostenibilità del sistema agricolo in rapporto alla natura e ai diritti di chi ci lavora, che non sia solo un romantico “ritorno al passato” ma che sfrutti le tecnologie più moderne per raggiungere l’obiettivo.

Agricoltura sostenibile per un futuro migliore


Ne è cosciente anche l’Unione Europea, che vede l’agricoltura sostenibile al centro della sua Common Agricultural Policy (CAP, politica agricola comune), seguendo un programma su tre fronti: sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L'agricoltura sostenibile infatti deve integrare questi tre piani in maniera virtuosa, per far sì che nessuno venga sbilanciato in favore dell’altro.

La missione non è semplice: secondo uno studio pubblicato su Nature Food il settore agricolo e dell’allevamento è responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra nel mondo, nelle varie fasi di produzione, trasporto e consumo, incluse operazioni di deforestazione, consumo di suolo e uso di fertilizzanti e pesticidi. La soluzione non è una semplice riduzione: l’agricoltura sostenibile vuole che continuiamo a soddisfare i bisogni del nostro presente, che aumenteranno sempre di più con l’aumentare della popolazione, senza però compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.

Le prime azioni da fare riguardano una gestione a lungo termine delle risorse naturali e umane, puntando al miglioramento di entrambe attraverso la considerazione delle responsabilità sociali del settore, da non scordare il benessere degli animali, e del mantenimento delle risorse naturali. Successivamente occorre modernizzare quanto più possibile il settore, puntando a nuovi investimenti e abbandonando pratiche che ora risultano redditizie solo a livello economico.

In questo caso un fido alleato è rappresentato dalla cosiddetta agricoltura 4.0. Con il termine si vogliono indicare tutte quelle tecnologie digitali moderne come analisi dei dati, intelligenza artificiale, machine learning, sensoristica, che applicati all’agricoltura possono contribuire a una nuova evoluzione del settore che ottimizzi la produzione, il tracciamento e la cura del seminato. Attraverso uno storico del raccolto, combinato a tecnologie satellitari e dati sulle precipitazioni, potremmo per esempio calcolare l’esatta percentuale di fertilizzante necessaria nei singoli punti del nostro campo. La sensoristica ci aiuterà ad evitare sprechi di acqua, a monitorare temperatura ed esposizione al sole, andando ad intervenire autonomamente per regolarle. Robotica e software gestionali aiuteranno ad organizzare il lavoro nei campi, che periodicamente verranno controllati da droni in grado di scattare foto, aiutando a monitorare l’estensione del campo dall’alto.

Nel macro-ambito dell’agricoltura sostenibile si inserisce anche l’agrivoltaico, ossia un approccio innovativo che unisce l’agricoltura con la produzione sostenibile di energia tramite l'installazione di pannelli solari mobili. Utilizzando questo sistema di approvvigionamento energetico nelle aziende agricole si ottengono molteplici vantaggi ambientali e di rendita del terreno. Circa quest’ultimo punto, uno studio ha provato che l’ombra generata dai pannelli solari mantiene il suolo più fresco d’estate e riduce il tasso di evaporazione della terra provocando meno stress alle piante. La conseguenza diretta è che le coltivazioni avranno meno bisogno di acqua, determinando un ulteriore vantaggio per l’agricoltore e per l’ambiente.

L’innovazione nel settore è già molto avanzata, ma serviranno importanti investimenti per far scattare il cambiamento. Da questo punto di vista, l’Italia sembra andare nella giusta direzione, con circa sette miliardi di euro di fondi stanziati nell’agricoltura nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui 2,8 miliardi destinati a progetti per la sostenibilità agricola. Un passo importante verso quella che sarà l’agricoltura del futuro.

Agricoltura sostenibile per un futuro migliore