Sistemi trifase e monofase: le differenze
La corrente elettrica può essere distribuita in trifase e monofase, due modalità che vengono scelte a seconda delle diverse circostanze, semplicemente per ragioni tecniche o di praticità. In genere, la corrente trifase viene utilizzata in ambito industriale, mentre la corrente monofase è usata nei contesti domestici.
Tuttavia, esistono dei casi specifici in cui potrebbe essere necessario installare un contatore trifase, ad esempio in presenza di alcuni dispositivi particolari come la pompa di calore aria/acqua. Vediamo qual è la differenza tra monofase e trifase, per capire meglio quale utilizzare e i pro e contro di ogni tipologia.
La corrente trifase è caratterizzata dalla presenza di tre fasi distinte della corrente alternata, ognuna delle quali equivale a un circuito elettrico. Questi tre circuiti sono costituiti da altrettanti cavi della corrente, con una tensione tra le fasi di 400 V secondo gli standard tecnici adottati in Italia.
Il sistema trifase è impiegato soprattutto nella generazione di energia elettrica, oppure nelle applicazioni industriali. I contatori trifase possono essere installati anche per le forniture elettriche di utenze energivore, in genere attività commerciali e imprese che hanno bisogno di un carico elettrico elevato, di norma superiore a 6 kW.
Il sistema monofase è usato quasi esclusivamente in ambito residenziale, per le forniture elettriche delle abitazioni civili con un basso consumo di energia elettrica, di solito inferiore a 6 kW. La corrente monofase ha infatti una tensione bassa, tuttavia non è compatibile con macchinari industriali e alcuni impianti come le pompe di calore.
La corrente monofase viene ricavata dalla corrente trifase, passando dalla configurazione a tre cavi ad una più semplice con appena due cavi: uno per la fase e l’altro per il neutro. La tensione tra la fase e il neutro è standard e pari a 230 V in Italia, un sistema adatto alla maggior parte degli elettrodomestici e degli impianti presenti nelle case residenziali.
La principale differenza tra corrente monofase e trifase è legata alla diversa tensione dei due sistemi. Nella corrente trifase è pari a 400 V, mentre in quella monofase a 230 V. Questa caratteristica comporta una serie di aspetti, che rendono le diverse tipologie di corrente adatte ad applicazioni specifiche e differenti tra loro.
La corrente trifase è più affidabile e stabile, permette di ottimizzare il trasporto e la produzione dell’energia elettrica. Inoltre, questo sistema è più efficiente in presenza di utenze con un alto consumo elettrico, come data center, reti elettriche e industrie. Tra gli svantaggi della corrente trifase c’è la difficoltà di abbinarla alle batterie, in più non è adatta agli utilizzi casalinghi.
La corrente monofase ha una tensione minore, riducendo una serie di rischi come le scosse elettriche. È una configurazione vantaggiosa in ambito domestico, per alimentare l’illuminazione della casa, i dispositivi elettronici, gli elettrodomestici e gli impianti come il riscaldamento elettrico. Non generando un campo elettromagnetico, la corrente monofase non è compatibile con i motori elettrici e la generazione di energia elettrica.
Le diverse caratteristiche tra corrente trifase e monofase rendono necessario utilizzare due tipi di contatori differenti. Per le abitazioni vengono usati i contatori monofase, la configurazione standard per punti di prelievo da 1,5, 3 o 4,5 kW, mentre per imprese e industrie si impiegano di norma contatori trifase per motivi di efficienza e risparmio sui costi.
Se la potenza supera i 6 kW, ad esempio dopo la sostituzione della caldaia a condensazione e di altri impianti a gas con apparecchi elettrici come la pompa di calore, potrebbe essere necessario e conveniente richiedere il passaggio a un contatore trifase. In questo caso bisogna inviare la domanda al distributore di zona, il quale valuterà la richiesta e potrà accettarla o respingerla in base all’analisi effettuata dai tecnici dell’azienda.
In alternativa, è possibile inviare la domanda di aumento della potenza tramite il proprio fornitore di energia, il quale entrerà in contatto con il distributore locale per verificare la compatibilità della richiesta. In queste circostanze è possibile sostituire il contatore monofase con quello trifase, oppure aggiungere un contatore trifase a quello esistente.
Allo stesso modo è possibile effettuare anche l’operazione inversa, richiedendo la sostituzione di un contatore trifase con un modello monofase. Si tratta di una soluzione indicata quando avviene un calo della potenza, ad esempio per la disattivazione di impianti elettrici energivori o che richiedevano l’utilizzo di corrente trifase, inoltrando la domanda direttamente al distributore oppure tramite il proprio fornitore.