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Il nuovo regolamento UE per la progettazione ecocompatibile dei prodotti. Cos’è l’ESPR?

25/09/2023

Il nuovo regolamento UE per la progettazione ecocompatibile dei prodotti. Cos’è l’ESPR?       

Non molto tempo fa, circa fino al grande boom economico, era radicata nella maggior parte della popolazione l’abitudine di riparare gli oggetti rotti o usurati piuttosto che gettarli e sostituirli. Tendenze contrastanti, invece, si registrano oggi: se da una parte, infatti, la sensibilizzazione all’economia circolare sta crescendo, dall’altra si tende a sostituire facilmente un oggetto vecchio o malfunzionante.

Di questo si può avere conferma guardando i dati raccolti dall’Unione Europea rispetto ai rifiuti tessili, ad esempio, oppure a quelli elettronici. I primi stimano un consumo crescente di materiale tessile per cittadino europeo, che nel 2020 è arrivato ad essere di circa 26 kg, di cui ne vengono smaltiti 11. Mentre per quanto riguarda i rifiuti elettronici gli europei ne producono circa 10,3 kg.

Ma prima di diventare rifiuti, le merci hanno avuto un impatto ambientale lungo tutto il loro ciclo di vita: ossia dall'estrazione delle materie prime fino alla loro distribuzione. Ci basti pensare che solamente la produzione di un bene determina fino all'80% del suo impatto ambientale, ed è per questo che è fondamentale rendere i prodotti sostenibili fin da questa prima fase.

riparare gli oggetti

Dare nuova vita agli oggetti usurati è una buona abitudine di economia circolare

La proposta europea: Ecodesign for Sustainable Products Regulation       

Per questo motivo, la Commissione europea, nel 2015, ha adottato il primo piano d'azione per l'economia circolare - uno dei principali elementi costitutivi del Green Deal europeo - il quale negli anni si è arricchito di regolamenti per ogni settore produttivo. A questi provvedimenti si è aggiunto recentemente il quadro normativo sulla progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili, l’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR), il quale amplia la gamma di beni inclusi nella direttiva precedente (Eco Design 2009/125). L’obiettivo è quello di stabilire nuove regole sulla realizzazione sostenibile dei prodotti del mercato europeo (esclusi alimenti, medicinali, mangimi) aumentando le caratteristiche di durabilità, riutilizzabilità, riparabilità, riciclabilità ed efficienza energetica.

In cosa consiste a livello pratico l’ESPR?       

L'approccio dell’ESPR impone l’obbligo di rispettare i requisiti di progettazione ecocompatibile a tutti coloro che progettano beni di consumo. Nel concreto, viene vietata l’obsolescenza prematura: i produttori non devono studiare un prodotto con delle caratteristiche che possono limitarne la durata, devono rendere disponibili i pezzi di ricambio per un periodo adeguato e mettere a disposizione aggiornamenti software per i prodotti elettronici. Inoltre, ogni oggetto deve essere studiato per essere facile da riparare mettendo anche a disposizione le linee guida per la riparazione.

In secondo luogo, sebbene non sia stato approvato un vero e proprio divieto di distruzione dell’invenduto, è stato proposto di far comunicare alle imprese le rimanenze di beni che vengono distrutti e la percentuale di quelli che hanno scartato, nonché le relative ragioni. Sulla base di queste informazioni, poi, verranno identificati i prodotti per i quali dovrebbe essere introdotto un divieto di distruzione.

Infine, per favorire maggiormente l'economia circolare, entrerà ufficialmente in vigore il Digital Product Passport (DPP) per i prodotti di consumo - di cui abbiamo fatto un approfondimento - che contribuirà ad avere un accesso facile alla scheda di composizione e smaltimento dell’oggetto una volta giunto a fine vita.

riparare gli oggetti

L’ESPR include anche l’obbligo di inserire le istruzioni per riparare i prodotti

Da quando entrerà ufficialmente in vigore il nuovo regolamento europeo Ecodesign for Sustainable Products Regulation, finalmente i prodotti sostenibili diventeranno la norma. Un’iniziativa che comporterà l’aumento delle azioni di contrasto allo spreco e delle abitudini sostenibili, le quali stanno progressivamente subendo un notevole incremento, come l’acquisto di moda e oggetti second hand.