Lorenzo Sonego

Lorenzo Sonego

“L’Olimpiade è un brivido. Unica. È una delle cose più belle dello sport, da vedere, vivere e partecipare. Tifare Italia. Le emozioni assolute come la bandiera e la cerimonia inaugurale, qualcosa di straordinario, imperdibile. Non vedo l’ora di esserci. Pensa, prima le vedevo alla televisione e non mi perdevo nulla. Ora ci sono…”.

È un bel fiume in piena quando citi solo la parola olimpica… Lorenzo Sonego, torinese 26enne, fisico asciutto, alto e di sicuro un combattente nato. Rispetto ai nuovi talenti lui è esploso nel tifo italiano in leggero ritardo ma sono bastate prestazioni da lottatore come a Roma (semifinale) e a Wimbledon (ottavi) che lo hanno proiettato con solidità assoluta nei primi 30 giocatori del mondo ed ora i Giochi: “posso equiparare Tokyo e i Giochi ai tornei del Grande Slam. Alla Coppa Davis, dove giochi per la tua nazionale. È un orgoglio parteciparvi e giocare sarà forse diverso”.

Lorenzo è piaciuto al grande pubblico per la sua voglia e volontà di non mollare mai, sembra quasi uno spot quando comincia a martellare avversari sulla carta più forti. Picchia, sbuffa, corre e si sbatte su ogni palla prendendo l’impossibile “è una mia caratteristica. Entro in campo e do veramente tutto. Ho un carattere positivo e penso positivo, avendo la mente tranquilla le cose mi riescono bene”. Certamente è un dispendio di energie notevoli ma la sua è una risposta che ti aspetti: “fa parte tutto dell’allenamento e della preparazione. Grazie a questi riesco ad ottenere il 100% da me stesso. Per ogni sfida c’è un lavoro dietro. Fisica e mentale. Preparazione continua, testa e gambe. Devo prima di tutto alla mia famiglia i livelli che ho raggiunto oggi, nulla è scontato e loro sono molto importanti. Mi hanno fatto giocare a tennis, e non è una cosa banale. Grazie al mio maestro Gipo Arbino, che mi ha fatto crescere. Grazie alla Federazione Italiana che ha sostenuto economicamente questo percorso mettendomi a disposizione i mezzi e poi la possibilità di creare un team molto competitivo.

Ed eccoci qua”. È serio nel dialogo, Lorenzo, forse stanco per i continui allenamenti e per la pressione mentale cui si sottopone sempre al massimo per gareggiare al topo ogni settimana. Passare dal cemento all’erba, dal sintetico alla terra rossa. Fatica e sacrificio per rendere al massimo che portano a grande ammirazione nei confronti di un’atleta che pratico uno sport di assoluta usura mentale e fisica. Lo si vede quando ai vertici rimangono solo dei monumenti di assoluta solidità. Lorenzo ha l’ambizione di arrivare lontano. Ora però ci sono i Giochi ed emerge anche la sua passione per il basket: “Per me Olimpiade significa anche la presenza di grandi personaggi. Il massimo è stato il Dream Team, quello con Kobe Bryant. Il mio modello nel tennis si chiama Roger Federer invece…”.

Bello che un ragazzo-atleta abbia degli idoli e dei modelli. La sua è anche la grande bellezza dell’Olimpiade. Sono valori, questi, dettati dalla sensibilità e, permettetemi, anche dal buon esempio.

Bravo, Lorenzo.