In cosa consiste il divieto di utilizzo di plastica monouso
L’impegno dell’Unione Europea nei confronti della sostenibilità ambientale compie un altro passo importante, con l’addio alla plastica monouso nel 2021. Si tratta di un’operazione indispensabile per un futuro plastic-free, allo scopo di proteggere il Pianeta e salvaguardare i mari dall’inquinamento provocato dalle microplastiche.
Ovviamente c’è ancora molta strada da fare per una società 100% zero waste, tuttavia lo stop alla produzione della plastica monouso rappresenta senza dubbio un momento significativo. Oggi, infatti, la strategia UE è sempre più rivolta alla promozione di soluzioni per l’economia circolare, con l’obiettivo di favorire il riciclo, il recupero e il riutilizzo dei materiali.
Quasi il 50% di tutta la plastica è utilizzata per realizzare prodotti monouso. Si tratta di oggetti d’uso quotidiano, come i sacchetti per la spesa, i piatti di plastica e le cannucce. Questi beni possono essere prodotti con la plastica convenzionale, adoperando materie prime derivate dal petrolio, oppure con le bioplastiche ottenute da materiali naturali come il mais.
La plastica monouso permette di creare prodotti leggeri, versatili ed economici, per questo motivo sono così apprezzati dai consumatori e dalle imprese. Tuttavia, presentano diverse problematiche, poiché sono spesso difficili da riciclare e causano il rilascio nell’ambiente delle microplastiche, minuscole particelle di plastica con una grandezza inferiore al millimetro.
Questi elementi microscopici inquinano il suolo e i mari, mettendo a rischio la vita marina e causando un danno ambientale enorme. Inoltre, finiscono all’interno dei pesci che mangiamo, per poi essere ingeriti quando consumiamo i prodotti ittici, provocando seri rischi per il sistema endocrino dell’uomo ed esponendoci al pericolo di subire delle alterazioni di tipo genetico.
Dal 3 luglio 2021 è entrata in vigore la nuova direttiva europea nei confronti della plastica monouso, con il divieto alla fabbricazione di prodotti usa e getta realizzati in plastica e bioplastica. L’operazione è stata prevista dalla norma del SUP (Single Use Plastic), attraverso la Direttiva UE 2019/904 del 5 giugno 2019, recepita dall’Italia tramite la Legge 53/2021.
La normativa europea concede una serie di esclusioni, in quanto rimane consentita la commercializzazione di:
Questi beni potranno continuare ad essere prodotti e venduti dagli esercenti, sebbene la norma fornisca un invito formale alla riduzione nell’utilizzo di bicchieri di plastica. In questo caso l’UE ha preso tempo, poiché questi prodotti sono difficili da sostituire con delle alternative ecocompatibili.
Al contrario, la Direttiva SUP impone lo stop totale alla produzione di oggetti inquinanti in plastica monouso, tra cui:
Questi prodotti non possono più essere immessi sul mercato dal 3 luglio, mentre gli esercenti potranno continuare a venderli fino all’esaurimento delle scorte di magazzino. In seguito, ne verrà proibita del tutto la commercializzazione e utilizzo, con la messa al bando definitiva degli oggetti in plastica monouso.
La nuova direttiva EU contro la plastica monouso ha acceso un aspro dibattito tra l’Italia e l’Unione Europea, con forti divergenze su alcuni punti della normativa. Il nostro Paese, infatti, è il principale produttore europeo di questi oggetti usa e getta, con una quota del 60% del mercato UE e 280 aziende impegnate per un fatturato di oltre 800 milioni di euro.
Nel complesso, la plastica monouso presenta un giro d’affari di 40 miliardi di euro, oltre 10 mila imprese e più di 150 mila persone occupate all’interno della filiera. La posizione dell’Italia è molto critica nei confronti della Direttiva SUP, in quanto non differenzia prodotti realizzati solo in piccola parte con la plastica, decretando lo stop anche alla fabbricazione di oggetti con il 10% di plastica monouso come la carta plastificata.
Inoltre, il nostro Paese è un forte produttore di bioplastica, tuttavia la norma UE non prevede differenze tra i prodotti in plastica non riciclabile realizzata dai derivati del petrolio, con la plastica ottenuta da materie prime naturali, biodegradabile e compostabile. Ad ogni modo la direzione intrapresa dalla UE è ormai chiara, con lo scopo di ridurre la produzione di rifiuti in plastica, prodotti complessi da riciclare e in grado di causare danni ambientali considerevoli.
Noi di Pulsee crediamo in un futuro zero waste per salvaguardare il Pianeta, per questo motivo proponiamo soluzioni dedicate per azzerare la carbon footprint e servizi per gestire in modo smart ed eco-friendly le forniture energetiche. In questo modo è possibile attivare un’offerta luce e gas sostenibile e conveniente, personalizzandola con servizi che premiano le abitudini e i comportamenti sostenibili.