Lolla di riso: un materiale di scarto che può ridurre il consumo di plastica e le emissioni
Uno dei cibi più utilizzati nella cucina italiana è il riso, alla base di molte preparazioni tradizionali e non solo. Pensate, per esempio, al classico risotto alla milanese oppure a quello all’Amarone, due ricette tipiche da provare quasi obbligatoriamente se ci si trova nel capoluogo meneghino o nella città degli innamorati, Verona.
Ma se vi dicessimo che nei nostri prelibati piatti finisce solo una parte della quantità di riso prodotta, mentre l’altra è destinata a vari settori produttivi come, per esempio, l’arredamento, la cosmesi o quello dei pet toys? Ci riferiamo all’importanza nascosta della lolla di riso, ovvero ciò che viene scartato durante la lavorazione del nostro prezioso cereale. Questo scarto è semplicemente ciò che riveste e protegge il chicco, un involucro non adatto a essere mangiato ma perfetto per essere impiegato nella zootecnica come lettiera, oppure come biomassa per ottenere energia sostenibile. Quelli sopra elencati, però, sono solo gli usi più tradizionali della lolla di riso - il che rende il nostro alimento uno dei più versatili in ottica di economia circolare. Grazie ad alcuni recenti studi, questo materiale di scarto può oggi essere impiegato anche per altri scopi: ad esempio come biocombustibile per cucinare con un innovativo e sostenibile fornello, come pneumatico ecologico o - e questa è una grande svolta - come packaging per alimenti capaci di sostituire la plastica.
Era il 2003 quando un ingegnere filippino, Alexis Belonio, inizia a progettare un fornello sostenibile alimentato dalla lolla di riso, la quale - grazie a un ventilatore capace di veicolare l’aria - viene convertita in una miscela gassosa che genera una fiamma blu calda, simile a quella del gas. Si può obiettare che l’idea non sia del tutto nuova, dato che da tempo si utilizza questa tipologia di materiale per ricavarne un combustibile naturale. La realtà è che le prime stufe non erano efficienti per cuocere gli alimenti ed emettevano della fuliggine dannosa se respirata. Grazie a Belonio, invece, con un solo chilo di lolla di riso si può cuocere ora per 20 minuti e il vantaggio per l’ambiente è evidente: riciclo della materia e riduzione delle emissioni di gas serra. Dagli Stati Uniti invece arriva l’idea dei pneumatici ecologici fatti a partire dalla lolla di riso. Il cereale, infatti, contiene naturalmente il silicio, tradizionalmente utilizzato per costruire pneumatici. Dunque: perché non usare la lolla di riso per produrli? È da questa intuizione che sono nati questi copertoni fatti con materiale di scarto, che diminuiscono le emissioni e che, al tempo stesso, sono altamente riciclabili.
È nata in Italia, invece, l’idea più recente per usare la lolla di riso e risparmiare risorse energetiche e materie prime: si chiama Lolla PPH 20-021. Questo nuovo materiale è realizzato per il 20% con la fibra organica di lolla e per il restante 80% da Pph, un tipo di polipropilene termoplastico altamente resistente. Tra i settori in cui Lolla può trovare spazio, quello che segna un enorme passo avanti a livello di sostenibilità è quello dell’alimentare; il fatto che sia idonea per il contatto con gli alimenti (uno dei requisiti più complicati da soddisfare per un materiale di recupero) rende la Lolla perfetta per poter essere utilizzata come packaging alimentare. Grazie anche alla sua elevata resistenza la Lolla ha la potenzialità per poter diventare una perfetta sostituta della plastica vergine, utilizzata per il packaging e, di conseguenza, essere impiegata in tutti i settori del food, dalle nostre case a quello della ristorazione.
Considerando tutti gli impieghi possibili e le caratteristiche della lolla di riso, non è avventato affermare che, potenzialmente, potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile sia alle plastiche vergini di prodotti o confezioni, sia al combustibile fossile utilizzato per le stufe. In aggiunta va detto che qualsiasi prodotto in lolla è riciclabile, così da favorire ulteriormente i processi di circolarità. Ma è d’obbligo anche considerare che la disponibilità di questo materiale è davvero imponente nei paesi che producono riso. In Italia, ad esempio, si possono contare circa 139 varietà di questo cereale, che fanno del nostro Paese uno dei maggiori produttori di riso in Europa. Nel 2022, infatti, l’insieme delle superfici coltivate a riso era di circa 218 mila ettari e la produzione è stata di 772 milioni di tonnellate – di cui circa 260 mila tonnellate proprio di lolla di riso. Si tratta di un numero importante, che rende bene l’idea di quante risorse si risparmierebbero utilizzando questo prezioso materiale.