Micromobilità elettrica: cos'è e come funziona
New mobility
Nel contesto della transizione verso una mobilità più sostenibile e meno impattante sull’ambiente urbano, la micromobilità elettrica rappresenta una delle soluzioni più interessanti e in rapida espansione. Sempre più persone scelgono mezzi leggeri e agili per gli spostamenti brevi in città, contribuendo a ridurre traffico, emissioni e consumo di carburanti fossili.
Questa tendenza è sostenuta anche dalle politiche europee e nazionali in materia di decarbonizzazione e innovazione della mobilità, che spingono verso una maggiore elettrificazione dei trasporti. La micromobilità elettrica non solo risponde alla crescente esigenza di sostenibilità ambientale, ma si inserisce anche in un più ampio processo di trasformazione delle città, rendendole più vivibili, smart e inclusive. Dai pendolari agli studenti, dai lavoratori autonomi a chi semplicemente vuole evitare il traffico, sempre più utenti trovano nei veicoli elettrici leggeri un valido alleato per la quotidianità.
In questo articolo approfondiamo cos’è la micromobilità elettrica, quali mezzi comprende e come viene regolata dalla normativa italiana, offrendo una panoramica aggiornata su vantaggi e opportunità.
Con il termine micromobilità elettrica si indica l’insieme dei veicoli leggeri a propulsione elettrica progettati per brevi spostamenti individuali, solitamente all’interno dei contesti urbani.
Questa nuova forma di mobilità si è affermata negli ultimi anni come risposta concreta alle esigenze di sostenibilità ambientale, congestione urbana e accessibilità dei trasporti. Il suo sviluppo è stato favorito dalla crescente diffusione di tecnologie digitali, dall’aumento dell’offerta di servizi di sharing e dalle esigenze di distanziamento sociale emerse in contesti emergenziali come la pandemia.
A differenza dei tradizionali mezzi di trasporto, questi veicoli sono compatti, agili e a basso impatto ambientale.
Rientrano in questa categoria:
L’obiettivo è fornire un’alternativa flessibile e accessibile al trasporto pubblico o privato per coprire il cosiddetto “ultimo miglio”, cioè il tratto finale tra una fermata e la destinazione finale.
In Italia, la micromobilità elettrica è stata oggetto di regolamentazione a partire dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 4 giugno 2019, successivamente aggiornato con norme più stringenti nel corso del 2022 e 2023.
Secondo la normativa vigente:
Inoltre, è obbligatorio l’uso del casco per i minorenni, l’assicurazione per i servizi di sharing e, in alcune città, anche per i mezzi privati.
Un aspetto importante della regolamentazione riguarda anche la piattaforma nazionale dei punti di ricarica, recentemente istituita dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per favorire una gestione trasparente e centralizzata delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Anche se pensata principalmente per auto elettriche, la diffusione capillare di questi punti può agevolare anche l'adozione su larga scala di mezzi leggeri elettrici, in particolare e-bike e scooter.
La legge stabilisce anche i limiti di circolazione, le sanzioni in caso di infrazione e i requisiti tecnici per la conformità dei mezzi.
La diffusione della micromobilità elettrica sta trasformando il volto delle città italiane. I benefici sono molteplici.
Secondo un’indagine condotta da Altroconsumo, una percentuale crescente di utenti valuta positivamente l’esperienza con monopattini ed e-bike, evidenziando praticità, velocità e basso impatto ambientale.
Tuttavia, per sfruttare pienamente il potenziale della micromobilità, è fondamentale continuare a investire in infrastrutture sicure, intermodalità e campagne di educazione stradale, così da garantire un’integrazione armoniosa con gli altri sistemi di trasporto.
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