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Micromobilità elettrica: cos'è e come funziona

17/07/2025

New mobility

Cos'è la micromobilità elettrica

Nel contesto della transizione verso una mobilità più sostenibile e meno impattante sull’ambiente urbano, la micromobilità elettrica rappresenta una delle soluzioni più interessanti e in rapida espansione. Sempre più persone scelgono mezzi leggeri e agili per gli spostamenti brevi in città, contribuendo a ridurre traffico, emissioni e consumo di carburanti fossili.

Questa tendenza è sostenuta anche dalle politiche europee e nazionali in materia di decarbonizzazione e innovazione della mobilità, che spingono verso una maggiore elettrificazione dei trasporti. La micromobilità elettrica non solo risponde alla crescente esigenza di sostenibilità ambientale, ma si inserisce anche in un più ampio processo di trasformazione delle città, rendendole più vivibili, smart e inclusive. Dai pendolari agli studenti, dai lavoratori autonomi a chi semplicemente vuole evitare il traffico, sempre più utenti trovano nei veicoli elettrici leggeri un valido alleato per la quotidianità.

In questo articolo approfondiamo cos’è la micromobilità elettrica, quali mezzi comprende e come viene regolata dalla normativa italiana, offrendo una panoramica aggiornata su vantaggi e opportunità.

Cosa si intende per micromobilità elettrica

Con il termine micromobilità elettrica si indica l’insieme dei veicoli leggeri a propulsione elettrica progettati per brevi spostamenti individuali, solitamente all’interno dei contesti urbani.

Questa nuova forma di mobilità si è affermata negli ultimi anni come risposta concreta alle esigenze di sostenibilità ambientale, congestione urbana e accessibilità dei trasporti. Il suo sviluppo è stato favorito dalla crescente diffusione di tecnologie digitali, dall’aumento dell’offerta di servizi di sharing e dalle esigenze di distanziamento sociale emerse in contesti emergenziali come la pandemia.

A differenza dei tradizionali mezzi di trasporto, questi veicoli sono compatti, agili e a basso impatto ambientale.

Rientrano in questa categoria:

  • Monopattini elettrici: dotati di due ruote, pedana e manubrio, sono alimentati da un motore elettrico e progettati per gli spostamenti rapidi in città. Facili da guidare, leggeri e pieghevoli, sono molto diffusi anche nei servizi di sharing.
  • Hoverboard: piattaforme autobilanciate con due ruote parallele e sensori giroscopici che reagiscono al movimento del corpo. Non hanno manubrio e sono spesso usati per brevi tragitti o in aree private.
  • Monocicli elettrici: costituiti da una sola ruota e una piattaforma laterale per appoggiare i piedi. Sono maneggevoli, compatti e richiedono un buon senso dell’equilibrio per essere utilizzati in sicurezza.
  • Segway: veicolo elettrico a due ruote parallele, dotato di manubrio e sistema di auto-bilanciamento. Più ingombrante di altri mezzi di micromobilità, viene utilizzato in contesti urbani, turistici o lavorativi.
  • Biciclette a pedalata assistita (e-bike): biciclette tradizionali dotate di un motore elettrico che assiste la pedalata. Ideali per coprire distanze medio-lunghe, permettono di affrontare pendenze e tragitti con minore sforzo fisico.

L’obiettivo è fornire un’alternativa flessibile e accessibile al trasporto pubblico o privato per coprire il cosiddetto “ultimo miglio”, cioè il tratto finale tra una fermata e la destinazione finale.

Come funziona e quali mezzi rientrano nella normativa

In Italia, la micromobilità elettrica è stata oggetto di regolamentazione a partire dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 4 giugno 2019, successivamente aggiornato con norme più stringenti nel corso del 2022 e 2023.

Secondo la normativa vigente:

Inoltre, è obbligatorio l’uso del casco per i minorenni, l’assicurazione per i servizi di sharing e, in alcune città, anche per i mezzi privati.

Un aspetto importante della regolamentazione riguarda anche la piattaforma nazionale dei punti di ricarica, recentemente istituita dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per favorire una gestione trasparente e centralizzata delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Anche se pensata principalmente per auto elettriche, la diffusione capillare di questi punti può agevolare anche l'adozione su larga scala di mezzi leggeri elettrici, in particolare e-bike e scooter.

La legge stabilisce anche i limiti di circolazione, le sanzioni in caso di infrazione e i requisiti tecnici per la conformità dei mezzi.

I vantaggi della micromobilità nelle città

La diffusione della micromobilità elettrica sta trasformando il volto delle città italiane. I benefici sono molteplici.

  • Riduzione del traffico urbano: grazie all’ingombro minimo dei mezzi e alla possibilità di utilizzarli su piste ciclabili o corsie dedicate. Questo consente di alleggerire la pressione sulle reti di trasporto tradizionali, contribuendo a una mobilità più fluida e meno congestionata.
  • Minori emissioni inquinanti: zero emissioni locali, con effetti positivi sulla qualità dell’aria e sulla salute pubblica. L’uso diffuso di mezzi elettrici leggeri può aiutare le città a raggiungere gli obiettivi ambientali stabiliti dai piani europei e nazionali di decarbonizzazione.
  • Maggiore flessibilità negli spostamenti: ideale per coprire brevi distanze, spesso più rapidamente del trasporto pubblico tradizionale, soprattutto in orari di punta o in aree meno servite.
  • Accessibilità economica: sia nell’acquisto, sia attraverso i servizi di noleggio e sharing presenti in molte città. Questo modello consente anche a chi non può permettersi un veicolo privato di usufruire di soluzioni di mobilità efficienti.
  • Riduzione dell’inquinamento acustico: la quasi totale silenziosità dei mezzi elettrici contribuisce a rendere più vivibili gli spazi urbani, migliorando la qualità della vita.
  • Incremento dell’attività fisica: per chi utilizza biciclette a pedalata assistita, la micromobilità rappresenta anche un incentivo al movimento quotidiano, con benefici per la salute.

Secondo un’indagine condotta da Altroconsumo, una percentuale crescente di utenti valuta positivamente l’esperienza con monopattini ed e-bike, evidenziando praticità, velocità e basso impatto ambientale.

Tuttavia, per sfruttare pienamente il potenziale della micromobilità, è fondamentale continuare a investire in infrastrutture sicure, intermodalità e campagne di educazione stradale, così da garantire un’integrazione armoniosa con gli altri sistemi di trasporto.

 

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