Cosa si intende per utenze domestiche e come gestirle
Tutte le abitazioni hanno determinate esigenze e uno specifico impatto sull’ambiente, per questo motivo ad ogni unità immobiliare vengono associate una serie di utenze domestiche. In pratica, l’utenza domestica include tutti i servizi relativi alla casa e alle sue pertinenze, come garage o cantine.
Al contrario, le utenze non domestiche comprendono tutti i servizi relativi ad aree non residenziali, come negozi o industrie. Scopriamo nel dettaglio quali sono le utenze domestiche e come gestirle al meglio, ma anche quali sono le differenze con le utenze non domestiche e con quelle domestiche per non residenti.
Le utenze domestiche sono tutti quei beni e servizi che riguardano le abitazioni private, ovvero gli immobili ad uso residenziale e gli spazi ad essi collegati. Si tratta, quindi, di tutti i prodotti e servizi che hanno come oggetto una casa privata, ossia che servono a soddisfare il fabbisogno di servizi di un’abitazione.
Tre le principali utenze domestiche ci sono quelle energetiche, tra cui:
La luce è ovviamente l’utenza domestica più importante, in quanto permette di avere a disposizione energia elettrica con cui alimentare tutti gli elettrodomestici di casa. Subito dopo c’è quella del gas, utilizzato per la cottura dei cibi, la produzione di acqua calda sanitaria e il riscaldamento, ma in alcune case l’uso potrebbe essere ridotto, ad esempio in presenza di un piano cottura a induzione o di uno scaldabagno elettrico.
Anche il riscaldamento è un’utenza domestica, in alcuni casi gestita interamente dagli utenti che dispongono del riscaldamento autonomo, altrimenti tramite il condominio in caso di sistema centralizzato. Lo stesso vale per l’acqua potabile, la cui fornitura viene garantita dal gestore di zona e prevede un corrispettivo in base al consumo idrico rilevato dal contatore, in modo analogo a quanto avviene per luce e gas con i contatori montati dai distributori.
Tutte le abitazioni sono inoltre soggette al pagamento della TARI, ovvero la tassa dei rifiuti, calcolata in base ai criteri adottati dal proprio comune e pagata dai proprietari o dagli affittuari con un contratto di locazione superiore ai 6 mesi. Altre utenze domestiche sono la connessione internet della casa, la linea del telefono fisso se presente e altri servizi come ad esempio la Pay TV.
La differenza tra le utenze domestiche e le utenze non domestiche è legata al tipo d’uso dell’immobile. Le utenze domestiche sono l’insieme dei beni e servizi relativi ad abitazioni ad uso privato, quindi in cui non vengono svolte attività aziendali o professionali ma di tipo residenziale, come la prima casa di residenza o una seconda abitazione affittata.
Le utenze non domestiche invece sono tutti i beni e servizi relativi a immobili industriali, professionali, aziendali, commerciali o artigianali, ossia che non vengono utilizzati a fini residenziali. In genere, le utenze domestiche e non domestiche prevedono metodi di calcolo differenti e tariffe diverse, un aspetto dovuto proprio alla natura dell’attività.
Ad ogni modo, le utenze non domestiche sono simili a quelle domestiche, infatti si tratta di:
Alcune utenze domestiche prevedono delle differenze tariffarie in base all’utilizzo dell’immobile, in particolare alla destinazione come abitazione di residenza o non residente. Mentre per il gas non esiste alcune distinzione tra utenze domestiche residenti e non residenti, in quanto le tariffe si calcolano tramite la tipologia d’uso dell’energia e la zona climatica, per l’energia elettrica esistono due tariffazioni diverse.
La bolletta della luce non residenti è stata riformata da ARERA nel 2017, con l’introduzione della nuova tariffa TDNR. In pratica, mentre per i residenti le spese fisse dell’utenza cambiano in base ai consumi, per i non residenti sono composte da una quota fissa e una variabile a seconda dei consumi, dunque chi ha consumi alti spende di meno in proporzione perché la quota fissa diventa meno impattante.
Anche la fornitura di acqua è soggetta a questa distinzione, con tariffe per i residenti che in genere hanno un prezzo agevolato e costi differenti per le abitazioni non di residenza. Inoltre, con la riforma del 2018 è stata introdotto la tariffa pro capite, con cui le tariffe sono state adeguate al rapporto tra la quantità di acqua utilizzata e il numero di persone presenti nell’immobile.
Per gestire bene le utenze domestiche bisogna innanzitutto conoscere il proprio fabbisogno energetico, monitorando con attenzione i consumi di energia elettrica, gas e acqua. In questi casi è consigliabile realizzare sempre l’autolettura dei contatori, per inviare periodicamente al proprio fornitore i dati precisi sull’energia consumata da contabilizzare in bolletta.
In secondo luogo, bisogna sapere quali sono le agevolazioni disponibili per gli utenti residenti, per verificare ad esempio quando è possibile usufruire di tariffe più convenienti e risparmiare. Bisogna anche preferire le aziende che forniscono strumenti adeguati per una gestione full digital delle utenze, ad esempio tramite app per smartphone o area riservata.
Amministrare le utenze domestiche in modo 100% digitale, infatti, non solo riduce l’impatto ambientale, ma aiuta a gestire meglio tutti i servizi, ad esempio per avere sempre tutte le bollette nel proprio PC o smartphone. In più, per un’ulteriore semplificazione conviene scegliere quando possibile un unico gestore, ad esempio optando per un solo fornitore di energia elettrica e gas per razionalizzare i costi e massimizzare i vantaggi.