Perché mi viene addebitato il canone RAI in bolletta?
Sono ormai due anni che paghiamo il canone RAI tramite la bolletta della fornitura elettrica: ma ti sei mai chiesto per quale motivo? La risposta è in realtà molto semplice: facilitarne l’incasso per abbassare il prezzo finale.
E in effetti il prezzo del canone è veramente sceso negli anni: prima del cambiamento portato dalla Legge di Stabilità del 2016, l’importo del canone era di 113 euro. Se ben ricordi, già nel 2016 abbiamo pagato 100 euro di canone, arrivando poi ai 90 euro nei due anni successivi, cifra che dovrebbe essere confermata anche per il 2019. Un piccolo passo avanti per ridurre le spese che ogni anno devi affrontare! Anche perché il pagamento è diviso in 10 rate, avendo così solo 9 euro al mese da pagare in bolletta.
Sicuramente sai che il canone RAI viene pagato tramite la bolletta dell’elettricità, ma magari potresti avere ancora qualche dubbio e non sai a chi chiedere informazioni.
Sai, per esempio, quando puoi essere esonerato dal pagamento del canone? E come funziona per la seconda casa? E cosa succede se non ti ritrovi il canone addebitato in bolletta?
Se non conosci le risposte a queste domande, ti aiutiamo noi!
Devo pagare il canone RAI?
Sì, se possiedi uno o più televisori nella casa dove hai la residenza. Ma purtroppo la risposta è la stessa anche se guardi la TV attraverso un sintonizzatore collegato al tuo computer, nonostante tu non possegga un apparecchio televisivo.
No, se non possiedi un televisore e guardi i programmi televisivi direttamente dal computer attraverso gli appositi servizi di streaming offerti dagli operatori. No, se possiedi solamente un televisore analogico, perché con quello non puoi di certo guardare il digitale terrestre o la tv satellitare.
E se non guardo la RAI?
Devi pagare ugualmente il canone. Il pagamento dipende infatti dal possesso di un apparecchio in grado di ricevere il segnale audio e video della televisione digitale terrestre o satellitare.
Ma come funziona l’addebito del canone RAI in bolletta?
Il canone in bolletta viene addebitato per famiglia anagrafica. Ma che cos’è una famiglia anagrafica? Ecco cosa dice la legge: “un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, unione civile, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune” (articolo 4 del D.P.R. n. 223/1989).
Più semplicemente, si tratta di persone che per legami di vario tipo vivono sotto lo stesso tetto.
Tra gli abitanti di una casa o appartamento esisterà infatti un unico contratto di fornitura per l’energia elettrica: sull’esistenza di quel contratto si fonda anche la “presunzione di detenzione” di un televisore, che dà il via all’addebito del canone.
Ma che cos’è la presunzione di detenzione?
In parole più semplici, significa che se tu hai un contratto di fornitura per l’energia elettrica, si presume che tu abbia anche un televisore.
E se io non avessi una TV in casa?
Se non hai un televisore in casa devi dimostrarlo con una dichiarazione di non detenzione. Niente paura, nonostante il nome complicato, farla è molto semplice.
Basta infatti:
- compilare l’apposito modulo messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate;
- consegnarlo direttamente tramite il sito dell’Agenzia accedendovi con le credenziali Fisconline o Entratel;
- oppure inviarlo con una mail di posta certificata all’indirizzo dp.1torino@pce.agenziaentrate.it.
Ci sono casi di esenzione dal pagamento del canone?
Sì. Oltre alla non detenzione di una TV, esistono alcuni casi particolari in cui non devi pagare il canone e cioè:
- persone con più di 75 anni con reddito non superiore agli 8.000 euro all’anno;
- diplomatici e militari stranieri;
- invalidi degenti in casa di riposo.
Attenzione! In tutti i casi l’esonero non è automatico.
Anche qui devi presentare la dichiarazione sostitutiva all’Agenzia delle Entrate per dimostrare di rientrare nell’esonero, sempre nelle modalità indicate al punto 5.
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