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La trasformazione dei distributori di carburante

19/10/2022

New mobility

La trasformazione dei distributori di carburante       

Con un voto storico, 339 voti a favore e 249 contrari, il Parlamento Europeo ha dato il via libera alla misura più discussa del pacchetto Fit for 55, il cui obiettivo rimane quello di ridurre le emissioni di gas serra dell’insieme dei Paesi membri di almeno il 55% entro il 2030, e di raggiungere la neutralità climatica nel 2050.

La misura riguarda lo stop alla produzione delle auto con motore a combustione interna (benzina o diesel) dall’anno 2035, anche se diversi paesi stanno cercando un compromesso per questa data.

La notizia ha messo in fibrillazione l’opinione pubblica europea, e ha accelerato il processo di progressiva elettrificazione che le case automobilistiche con lungimiranza avevano già iniziato, anche se nei loro piani continuano a trovare spazio tecnologie alternative e complementari all’elettrico, come la propulsione a idrogeno e i biocarburanti.

La trasformazione dei distributori di carburante

Oggi giorno sempre più distributori puntano all’elettrico, un mercato in costante crescita

In conseguenza di questa decisione storica, un settore che ne sarà profondamente colpito è quello dei distributori di carburante. In Italia il numero di stazioni di servizio di rifornimento è particolarmente elevato: secondo gli ultimi dati disponibili nell’ottobre del 2021, su tutto il territorio italiano erano presenti 22654 distributori, di cui 22149 stradali e 505 autostradali, con più di 200 operatori diversi, un numero che secondo una ricerca commissionata dall’Unione Petrolifera è troppo alto a fronte dell’erogazione media di carburante per distributore.

Cosa fare con una rete sovradimensionata, ma capillarmente presente su tutto il territorio italiano, anche in località non molto frequentate?

Una delle possibili soluzioni riguarda la conversione dei distributori di carburante in stazioni di ricarica per auto elettriche e ibride, sfruttando le infrastrutture e gli spazi già presenti. Sebastiano Gallitelli, segretario generale di Assopetroli-Assoenergia, ha infatti dichiarato come “la rete dei distributori di carburante avrà un ruolo strategico per lo sviluppo di massa della mobilità elettrica”. Il vantaggio della trasformazione dei distributori di benzina risiede proprio nelle loro caratteristiche ideali per il supporto alla mobilità elettrica di massa.

Attraverso l’adozione di sistemi di ricarica fast o superfast la rete dei distributori convertita alla ricarica elettrica potrebbe assolvere la stessa funzione del rifornimento tradizionale, superando le iniziali diffidenze sull’autonomia dell’elettrico e la mancanza di colonnine, restituendo invece un’esperienza non dissimile da quella attuale.

L’area delle stazioni potrebbe essere utilizzata per l’installazione di grandi batterie di accumulo, i distributori cittadini garantirebbero spazio per la ricarica a chi non possiede un garage privato, mentre quelli ai margini delle città potrebbero fungere da “stazioni di scambio”, dove lasciare la propria macchina a ricaricare e prendere i mezzi pubblici.

Per sfruttare questi spazi occorre però potenziare la rete, che al momento soffre di una forte differenza nella diffusione di punti di ricarica tra nord e sud Italia, e della mancanza di punti di ricarica ad alta potenza (superiore a 100kW): il rapporto congiunto di MOTUS-E e Strategy&PwC stima un numero di infrastrutture di ricarica sul territorio nazionale pari a 8500, con circa 16700 punti di ricarica pubblici.

La previsione per il futuro si basa su un mix di punti di ricarica pubblici in condivisione e privati, con una stima di circa 10TWh di domanda al 2030, ripartita rispettivamente in un 42% di ricarica domestica privata, 30% di ricarica condivisa (per esempio su un luogo di lavoro) e un 28% di ricarica pubblica.

Le soluzioni possibili per soddisfare questa domanda, oltre alla conversione delle stazioni di servizio, sono molteplici: a Londra l’azienda Ubitricity si sta occupando della conversione dei lampioni stradali in punti di ricarica, mentre ad Amsterdam i guidatori possono fare richiesta per un punto di ricarica vicino alla propria abitazione che garantisca contemporaneamente la ricarica e il parcheggio del proprio veicolo, proprio per incentivare la mobilità 100% elettrica.

Il settore si sta muovendo in fretta, e la specificità territoriale italiana necessiterà di nuove idee e soluzioni. Siamo pronti a pensare in grande?

La trasformazione dei distributori di carburante

 

In Italia i punti di ricarica per veicoli elettrici sono 16700. Per soddisfare la domanda nei prossimi anni cresceranno notevolmente