Un 2035 tra auto elettriche ed energie sostenibili
New mobility
Negli ultimi tempi molti di noi avranno incontrato almeno un’auto elettrica durante uno dei propri viaggi, brevi o lunghi, saltuari o quotidiani che siano. Tra non molto tutto ciò potrebbe diventare ancora più frequente o, addirittura, essere l’unica realtà per i nostri spostamenti.
Non è un immaginario inverosimile: l’emergenza climatica è sempre più evidente e cercare di rispondere in modo rapido e coordinato per contrastarla è il passo più urgente da fare come collettività. Le ultime notizie di attualità lo confermano: recentemente, infatti, il Parlamento Europeo ha stabilito che dal 2035 sarà vietata la vendita di veicoli a combustione (diesel e benzina) in Europa. L’unica deroga sarà quella dedicata ai motori a combustione capaci di alimentarsi bruciando carburanti sintetici (e-fuels) prodotti dall'estrazione dell'idrogeno verde combinato alla CO2 tramite elettrolisi. Di fatto, una soluzione attualmente ancora non disponibile - sono appena 18 in tutto il mondo i siti produttivi di questo genere di combustibili - ma che evidentemente potrebbe avere un boost da qui al 2035.
Ma non sono solo le direttive europee che fanno intravedere quale sarà il futuro della mobilità. Nel nostro Paese, infatti, già molte imprese che offrono servizi energetici si stanno muovendo verso soluzioni sostenibili per l’ambiente e per la società: dalle sempre più innovative energie rinnovabili, passando dai servizi di sharing elettrico fino all’incremento cospicuo delle infrastrutture di ricarica elettrica. Ne è un esempio Axpo Energy Solutions Italia (AESI), nata per sviluppare progetti sostenibili per l’efficienza energetica di privati e imprese, tra cui la messa in atto di un mobilità sostenibile alimentata totalmente a energia rinnovabili.
Alimentando le batterie a energia rinnovabile la mobilità elettrica potrà essere ancor più sostenibile
Nonostante ciò, alcune perplessità potrebbero rimanere: sarà possibile ampliare rapidamente la nostra rete di infrastrutture elettriche? La mobilità sostenibile è possibile solo in città o anche in lunghi tragitti fuori dai centri urbani? L’electric mobility è davvero sostenibile?
Per capire meglio il panorama attuale è utile approfondire l’argomento con alcuni dati. L’Unione Europea è la terza produttrice mondiale di CO2 e il settore dei trasporti è responsabile di un quarto delle emissioni totali. Infatti, ad oggi le auto elettriche in Europa rappresentano meno dell’1% del parco circolante. Numero frenato anche dalla situazione della rete elettrica: osservando i dati più aggiornati riguardanti il nostro Paese, in Italia sono presenti 41.173 punti di ricarica e le auto full electric circolanti in Italia al 28 febbraio 2023 sono circa 175.300. In questo scenario c’è però un dato molto positivo: nell'arco di due anni i punti di ricarica presenti sono praticamente raddoppiati, passando da 20.757 a 41.173. Un numero a cui ha contribuito anche AESI, realtà che crede fermamente sia possibile un futuro sostenibile per la mobilità con una rete di ricarica adeguata alla domanda. Marco Garbero, General Manager dell’azienda, afferma che il connubio tra infrastruttura elettrica e sostenibilità «non solo è possibile ma è quanto mai auspicabile, particolarmente se l’approvvigionamento dei mezzi elettrici è affidato all’energia rinnovabile». Una concezione di mobilità sostenibile che può essere applicata in molti servizi, come dimostra AESI: dalla posa di infrastrutture di ricarica alla gestione delle flotte elettriche, dal company vehicle sharing fino ai servizi di monitoraggio e reportistica per illustrare il risparmio sulle emissioni di CO2.
Il tessuto della rete elettrica nazionale è però eterogeneo: al Nord la diffusione territoriale dei punti di ricarica è molto più densa (57% delle colonnine), mentre già in centro Italia la densità della rete diminuisce sensibilmente (22%), come al Sud e nelle Isole (21%). Per sostituire i motori a carburante, infatti, la e-mobility deve essere presente in modo omogeneo in tutto il territorio, colmando le attuali mancanze. Anche in questo caso, Axpo Energy Solutions Italia ha dato il proprio contributo, inaugurando due anni fa una rete di stazioni di ricarica elettrica nella città di Roma. «Si tratta - continua Garbero - di 24 colonnine bifacciali di circa 50 postazioni l’una, situate in punti centrali e nevralgici della Capitale», che possono servire contemporaneamente due mezzi, sono compatibili con tutti i veicoli e possono essere utilizzate pagando con i servizi digitali più conosciuti.
Il numero di punti di ricarica presenti nel territorio sono fondamentali per consentire la mobilità elettrica
Passi avanti, dunque, ma rimane il problema dei tragitti a lungo tratto. L'ultimo rapporto Motus-E, infatti, evidenzia che in Italia è limitato anche il numero di colonnine in autostrada (559 gli stalli lungo la grande viabilità, cioè 7,6 punti di ricarica ogni 100 km) e restano poche le colonnine di potenza massima. Su questo aspetto, il General Manager di AESI evidenzia uno degli obiettivi dell’azienda: le smart grids, ossia una rete intelligente che mira a connettere le infrastrutture di ricarica per i veicoli con i servizi di regolazione della rete elettrica, così da gestire in modo smart il carico, il dispacciamento e, in generale, la e-mobility.
Ma se la maggior parte delle perplessità sollevate sull’argomento sono di natura strutturale e politica, c’è anche chi pensa più concretamente all’ambiente e si chiede: le auto elettriche possono essere davvero sostenibili in tutta la loro filiera di produzione? Nell’analisi degli impatti ambientali di un bene, infatti, è d’obbligo tenere in considerazione tutto il ciclo di vita e, in questo caso, valutare che la costruzione delle batterie per auto elettriche necessita di litio e cobalto - definite materie prime critiche da reperire -, poco sostenibili e complessi da smaltire a fine vita. Un tema, questo, valutato seriamente sia dagli studiosi che dalla Commissione Europea, che a riguardo ha pubblicato uno studio sulla quantità di inquinamento prodotto delle auto elettriche rispetto alle altre tipologie di veicolo. Qui emerge che le emissioni dell'elettrico sono per il 55% inferiori rispetto a un veicolo a benzina o diesel, cifra calcolata tenendo presente lo smaltimento. Inoltre, si evince anche che l’UE ha già messo in atto alcune misure per creare batterie sempre più sostenibili.
Anche Axpo Energy Solution Italia è particolarmente sensibile a questo argomento, poiché in AESI è presente la convinzione che la mobilità davvero sostenibile possa essere rappresentata solo da quella la cui energia necessaria provenga da fonti green. «L’augurio è che l'evoluzione del sistema energetico italiano possa tenere il passo con le esigenze della nuova mobilità. - continua Marco Garbero - Come operatore attivo sullo sviluppo delle rinnovabili siamo pienamente coinvolti anche nella necessità di aumentare le fonti di energia green del Paese e lavoriamo affinché anche la mobilità delle persone possa essere sempre meglio sostenibile in futuro». I dubbi espressi sul futuro della mobilità, dunque, sono più che leciti, ma ci sono aziende che lasciano sperare in una mobilità più sostenibile entro il 2035, e concretamente sostitutiva degli attuali veicoli inquinanti. La cosa certa è che la svolta è necessaria, e la sta chiedendo l’ambiente.