Il ruolo delle città nell’economia circolare
Da parecchio tempo sentiamo parlare di economia circolare, cioè un sistema economico che mira a ridurre al minimo i rifiuti e promuove un uso sostenibile delle risorse naturali, l’uso più prolungato e la progettazione intelligente dei prodotti, il riciclaggio e la rigenerazione della natura. D’altra parte, questo è anche uno degli impegni che i paesi dell’Unione hanno previsto all’interno del Green Deal, così da raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
È facile accorgersi, però, che il sistema in cui viviamo oggi è piuttosto un’economia lineare, fatta cioè di estrazione di materie prime, trasformazione in prodotti e successivo smaltimento come rifiuto. Risulta ancor più evidente guardando i dati: attualmente solo il 7,2% dei materiali usati viene riciclato dopo l’uso, gravando sull’ambiente e contribuendo alla crisi climatica, alla perdita della biodiversità e all’inquinamento.
Ma com’è possibile mettere in pratica questo fondamentale passaggio? La sensibilità e l'impegno di ogni singolo cittadino è indubbiamente uno dei primi passi da compiere, ma anche le città devono agire per incentivare la circular economy. I centri urbani, infatti, sono uno degli attori fondamentali per compiere questa transizione, poiché – prendendo come esempio le città europee – sono il luogo in cui vivono il 75% dei cittadini e in cui avviene il 75% del consumo di tutte le risorse naturali. Basta solo pensare che ad oggi le città producono il 50% dei rifiuti globali e il 60-80% delle emissioni di gas serra.
Questi dati provengono dal position paper La transizione circolare di città e territori nel panorama italiano del Gruppo di lavoro 5 di ICESP, la piattaforma italiana degli stakeholder per l’economia circolare. Il rapporto è basato sui contatti ottenuti con 64 amministrazioni dal Nord al Sud Italia a cui sono state sottoposte 28 schede di domande mirate a conoscere e comprendere le loro iniziative di economia circolare. Uno dei primi imperativi messi in luce dal paper è che per passare da un’economia lineare a una circolare è necessaria una promozione integrata in tutte le sue funzioni e la collaborazione con cittadini, imprese e comunità di ricerca; solo così si potranno ripensare i modelli di produzione e consumo, la pianificazione strutturale e i servizi del territorio. Ma ciò che risulta particolarmente interessante nei risultati del sondaggio sono i risultati circa le difficoltà che gli enti territoriali incontrano agendo a favore dell’economia circolare. Le barriere emerse sono principalmente di natura gestionale: si vedono infatti difficoltà economiche, cioè l’insufficienza di investimenti importanti; amministrative e normative, causate da rigidi processi interni e confuse modifiche normative che scoraggiano l’utilizzo e il riutilizzo; barriere politiche, tecniche e tecnologiche, legate soprattutto alla carenza di dati e informazioni e, infine, le barriere di consapevolezza causate della poca educazione che i cittadini ricevono sul tema.
Nonostante le difficoltà, dalla fotografia attuale delle città italiane si nota che, anche se il nostro Paese non è ancora all’avanguardia, i territori stanno attuando delle iniziative di circular economy. L’azione di circolarità più presente nei centri urbani è legata a riciclo, riparazione e rigenerazione di oggetti e materiali (il 39%); in ordine ci sono poi i progetti legati alla riduzione di risorse (22%), e al loro riutilizzo (17%), la stessa percentuale è stata registrata per le azioni di recovery, cioè recupero di energia o materia, mentre la strategia della sharing economy è attuata solo dal 5% delle città intervistate. Approfondendo i settori più all’avanguardia di tutte le città coinvolte, precisa poi il sondaggio, le attività si concentrano maggiormente nel settore dell’energia.
Simulazione di postazioni di ricarica Transphorma
Indubbio è che il nostro Paese necessiti ancora una spinta verso la circular economy così da accelerare il passaggio da una all’altra economia. Proprio per questo è nata Transphorma Srl, la società costituita da Ladurner Ambiente e Axpo Energy Solutions Italia (AESI). Quest’ultima è nata nel 2017 dalla divisione Efficienza Energetica di Axpo Italia per sviluppare progetti di efficienza, cogenerazione, energie rinnovabili e mobilità sostenibile, con l’ottica di collaborare nella transizione della nostra economia da lineare a circolare.
Transphorma, infatti, ha assorbito il background di AESI con lo scopo di offrire servizi e progetti di partenariato pubblico-privato per incentivare l’economia circolare, l’efficientamento energetico e la mobilità sostenibile tramite servizi che abbracciano a 360° la circolarità: della fornitura e manutenzione di veicoli di raccolta a zero o basse emissioni di CO2 , alla realizzazione e gestione di sistemi di ricarica per gli stessi veicoli, di impianti di produzione di energia pulita e di accumulatori.
La sfida della società è quella di aiutare le aree urbane d’Italia ad abbracciare più facilmente la circular economy, rendendo il nostro territorio più sostenibile. L’ambizioso obiettivo è quello di generare un risparmio annuo di 20.000 tonnellate di CO2, accelerando così la transizione ecologica e aiutando a contrastare la crisi climatica, della biodiversità e dell’inquinamento, assicurando un futuro al nostro Pianeta..
Axpo lavora costantemente per costruire un futuro sostenibile proponendo alle imprese soluzioni pionieristiche per soddisfare le esigenze in continua evoluzione..