Biogas come strumento di decarbonizzazione. Cos’è e quali sono i progetti in Europa
La lotta al cambiamento climatico che rappresenta una delle urgenze di questo momento storico, richiede scelte sostenibili che ci consentano di affrontare una sfida di enorme rilevanza in ottica futura. L'esigenza di limitare le emissioni di gas serra richiede soluzioni audaci e pratiche sostenibili in linea con un percorso di transizione che ci permetta di avvicinarci alla completa decarbonizzazione. I Governi hanno dunque iniziato un lento avvicinamento alla soglia delle Zero Emissioni previste per il 2050 dall’ultima COP27 a Sharm el-Sheikh, ma la coperta condivisa tra esigenze ambientali ed economiche è troppo corta per contenere entrambe nello stesso momento. Servono delle soluzioni che possano mitigare il surriscaldamento non compromettendo le economie dei Paesi coinvolti. Le alternative che tecnologia e ricerca, mettono oggi a disposizione, possano agevolare questo processo. Tra queste, si registra un interesse crescente verso il biogas, un gas naturale ottenuto da rifiuti organici e non da fonti fossili. Ma come si produce questa risorsa?
La produzione di biogas è un processo innovativo e sostenibile che sfrutta il potenziale energetico dei rifiuti organici. Il ciclo, noto come digestione anaerobica, coinvolge una serie di fasi. Inizialmente, i rifiuti organici, come scarti alimentari, residui agricoli e letame, vengono raccolti e trasferiti in un digestore anaerobico. Questo ambiente privo di ossigeno fornisce il terreno ideale per batteri specializzati, noti come batteri metanogeni, grazie ai quali può avere inizio il processo di decomposizione.
Durante la digestione anaerobica, i batteri convertono la materia organica in una miscela di gas (principalmente metano e biossido di carbonio, noti collettivamente come biogas), che può poi essere estratto e utilizzato come fonte di energia rinnovabile. Il metano, in particolare, è un componente chiave di questa miscela, oltre ad essere un gas a effetto serra molto più potente rispetto al biossido di carbonio. Catturando il metano derivato dai rifiuti organici, la produzione di biogas diventa anche una strategia efficace per ridurre le emissioni di climalteranti - le sostanze che inducono il riscaldamento globale - e mitigarne l’effetto.
generare calore ed elettricità ma anche utilizzato come carburante per i veicoli.
Secondo i dati di Climate Watch diffusi da Our World In Data, il settore dei trasporti è quello che rilascia nell’atmosfera più CO2.nLe emissioni di questo settore provengono principalmente dal trasporto su strada (72%), mentre il trasporto marittimo e il trasporto aereo rappresentano rispettivamente una quota del 14% e del 13% delle emissioni. Ultima la ferrovia, che contribuisce con una quota dello 0,4% (emissioni dei soli treni diesel). Il trasporto, inoltre, provoca delle emissioni di materiale particolato – e non di scarico – dovuto ad esempio all'abrasione di freni, ruote e pneumatici o binari ferroviari. Per questo motivo i governi mondiali si stanno organizzando per trovare delle alternative ai carburanti classici non solo per il traffico veicolare ma anche per quello aereo e navale.
L’Europa è all’avanguardia in questo settore e da anni supporta gli investimenti nei biocarburanti, prodotti allo stesso modo e con le stesse risorse di scarto dei biogas.
Tra i numerosi progetti, il BIO4A, supportato dalla Commissione Europea, mira a sviluppare biocheroseni avanzati. Le materie prime includono oli vegetali e rifiuti organici, riducendo le emissioni di carbonio. Un altro, il progetto SkyEnergy vede la collaborazione con aziende aeronautiche per integrare il biocherosene nei motori esistenti, dimostrando la sua compatibilità e prestazioni.
Non solo il governo dell’Unione ma anche le aziende private si stanno muovendo in modo autonomo. Ne è un esempio Maersk, azienda danese di trasporti navali, che da pochi mesi ha iniziato un progetto per produrre biometanolo dal biogas. L’obiettivo sono le emissioni zero per il 2050 e l’alimentazione della sua flotta solo con questa tipologia di carburante, per ridurre dal 65 all’80% la CO2 emessa in tutto il ciclo di vita della nave. Una grande rivoluzione che investirà il settore dei trasporti, ma che piano piano sta rimodellando anche il settore agricolo, uno degli altri più inquinanti.
A livello globale, come abbiamo detto in precedenza, il settore dei trasporti è al secondo posto per emissioni di CO2, mentre, se consideriamo le sole emissioni di metano, il settore agricolo è al primo posto, poiché si tratta di uno dei gas serra che accelera di più il surriscaldamento globale.
Difatti, il metano viene generato dal processo digestivo della "fermentazione enterica”, ma anche dal letame che viene accumulato e che, fermentando, rilascia gas nell’atmosfera. Proprio per questo motivo Axpo Iberia, sta guidando la trasformazione del letame bovino in energia rinnovabile, segnando una tappa significativa nel panorama dell'energia sostenibile in Spagna.
La fattoria Torre Santamaría in Catalogna si appresta a diventare la prima fattoria casearia completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, dato che – attraverso un innovativo accordo a lungo termine con Axpo per l'acquisto e la vendita di biometano – tutti i rifiuti organici vengono convertiti in biogas al 100% rinnovabile.
La moderna centrale del biogas situata nella fattoria di Vallfogona de Balaguer trasformerà in modo efficiente il letame bovino in biometano. Una parte del gas generato sarà utilizzata per alimentare l'azienda, mentre la materia in eccesso sarà integrata senza soluzione di continuità nella rete del gas. Questo approccio innovativo ha permesso di ridurre le emissioni di gas serra della fattoria circa a zero entro il 2021, generando al contempo un reddito aggiuntivo attraverso la vendita del biometano pulito alla rete del gas.
L'investimento di circa 4 milioni di euro è stato reso possibile grazie alla firma del primo accordo a lungo termine in Spagna per l'acquisto e la vendita del biometano prodotto, sottoscritto da Axpo. La cooperazione tra Axpo Iberia e l'azienda casearia Torre Santamaría coinvolge anche la sede di Zurigo, che gestisce tutti i certificati di biogas provenienti dalla centrale casearia spagnola grazie a un accordo con il team svizzero di Axpo.