Il valore ecologico di una stampante 3D

24/10/2022

Consumo consapevole

Il valore ecologico di una stampante 3D       

Ormai sempre più diffusa negli ultimi anni, la stampa 3D ha riscontrato forte popolarità nelle aziende e negli appassionati, grazie soprattutto alla diffusione di stampanti accessibili a tutte le tasche e sempre più complesse, anche per usi industriali. Uno dei capisaldi dell'Industria 4.0, l'ingresso delle stampanti 3D ha rivoluzionato settori come la meccanica e la manifattura: attraverso un software di progettazione è possibile creare prototipi e oggetti di varie dimensioni, con una velocità e una precisione che prima richiedevano l'utilizzo di macchine e materiali molto più costosi e ingombranti.

Secondo una stima della società di ricerche SmarTech Analysis, nel 2021 il mercato delle stampanti 3D aveva un fatturato di 10,6 miliardi di dollari, con una proiezione al 2030 di oltre 50 miliardi, trainata principalmente dalla transizione verso un prodotto sempre più industriale, con processi e capacità in grado di generare una grande quantità di pezzi in tempi brevi.

Con tutto questo fermento l'attenzione si è spostata anche sulla sostenibilità di questa pratica. Come ogni processo produttivo può avere sia un impatto positivo sull'ambiente che negativo. Vediamone alcune caratteristiche.

Il valore ecologico di una stampante 3d

Con la stampa 3D si possono realizzare oggetti di alta qualità personalizzati

Partiamo dalle note positive. La stampa 3D permette di realizzare oggetti con scarti di produzione molto ridotti, poiché utilizza un processo di tipo additivo, ossia strato per strato, dove si crea la base di un oggetto a cui vengono aggiunti progressivamente altri strati. Questo consente un forte risparmio di materie prime, perché permette di evitare gli scarti di produzione tipici nella lavorazione di altri materiali, dove gli oggetti vengono ricavati da blocchi di materiale grezzo più grande. Meno scarti significano meno risorse consumate, con un conseguente risparmio di emissioni.

Un altro valore aggiunto è la forte componente di sostegno all'economia circolare: prima di tutto nell'utilizzo di una vasta gamma di materiali, aumentata in modo significativo negli ultimi anni, che include fibre di carbonio, plastiche, resine e una lunga serie di materiali riciclati, ma anche con la capacità di autoprodurre pezzi di ricambio per piccoli elettrodomestici e altri prodotti, allungando la vita di molti oggetti che altrimenti avrebbero necessitato di smaltimento per mancanza di ricambi o di costi troppo alti nella riparazione. Quante volte abbiamo sentito la frase "Conviene comprarlo nuovo piuttosto che ripararlo"? Con questo tipo di stampa di questi problemi vengono meno.

La facilità di produzione della stampa 3D e il suo carattere "locale" consentono inoltre di staccarsi dalle complesse catene di approvvigionamento classiche, basate su logiche industriali. Infatti, questa incentiva la produzione locale, e quindi riduce la necessità di importare merci a basso costo da paesi terzi, limitando le emissioni causate dal commercio internazionale.

Questa modalità di stampa è sempre più usata nel settore delle costruzioni: startup come Mighty Buildings stanno lavorando a case completamente stampate in 3D, con materiali innovativi e persino mobili su misura creati con gli stessi processi. Un'idea che prima sembrava lontana e, invece, sta diventando sempre più realtà. Se usata in questo settore, le stampanti tridimensionali riducono la complessità logistica nel reperimento dei materiali, ed è quindi lontana dalle oscillazioni tipiche che riguardano il mercato edilizio, dove alcuni materiali risultano saltuariamente poco reperibili.

Non è tutto oro quello che luccica però: le stampanti 3D sono comunque apparecchiature elettroniche con componentistica sofisticata, bisogna dunque mettere in conto il loro costo di smaltimento. Inoltre molti dei materiali utilizzati nella stampa non sono esattamente eco-friendly, soprattutto nelle produzioni più piccole. Inoltre, come detto in precedenza, le stampanti a produzione 3D additiva producono a loro volta del materiale di scarto, seppur esiguo. Per evitare questo inghippo è possibile optare per il tipo di produzione sottrattivo che, nonostante realizzi oggetti meno resistenti, non produce scarti. La sfida per il futuro consisterà nel bilanciare l’utilizzo di materiali sostenibili con una produzione attenta, che non sia limitata da leggi restrittive che ne possano fermare o rallentare lo sviluppo.

Il valore ecologico di una stampante 3d

Il processo additivo utilizzato dalle stampanti 3D crea la base di un oggetto per poi aggiungere progressivamente altri strati