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Spreco di cibo? Ci aiutano le app!

18/10/2022

Consumo consapevole

Spreco di cibo? Ci aiutano le app!       

Per permettere uno sviluppo sociale ed economico sostenibile è necessario che la società globale cambi molte delle proprie abitudini acquisite negli anni passati, tra cui il modo di produrre e consumare beni. L’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 ha proprio questa ambizione, tanto che uno dei primi punti del programma è quello di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura.

Guardando le cifre diffuse dalla FAO (Food and Agriculture Organization) e dal rapporto “Il caso Italia 2022di Waste Watcher International, l’obiettivo delle Nazioni Unite non stupisce. Oltre un 1/3 del cibo prodotto al mondo viene gettato, partendo dall’intera catena di produzione alimentare per arrivare alle tavole dei cittadini. Il numero totale in chilogrammi è elevatissimo, tanto che Maurizio Martina - vicedirettore generale dell’organizzazione - lo traduce a livello più pratico: il totale degli sprechi alimentari mondiali è uguale a quello di 23 milioni di camion da 40 tonnellate a pieno carico. Si pensi solo che, se allineati insieme, così tanti mezzi possono fare il giro della terra per ben sette volte!

Spreco di cibo

Il primo accorgimento per evitare lo spreco di cibo domestico è cucinare porzioni adeguate e controllare le date di scadenza dei prodotti

I dati emersi dallo studio offrono anche una fotografia del fenomeno nel nostro Paese: nel 2021, lo spreco pro capite annuo a livello domestico è stato di circa 67 Kg. Un andamento in calo rispetto all’anno precedente sia sulle quantità che sui costi, che posiziona l’Italia al primo posto nel cosiddetto “G8 dello spreco alimentare”. La panoramica viene confermata anche dal Food Sustainability Index, che colloca l’Italia al primo posto per le azioni intraprese contro il food waste.

Una di queste azioni è legata al ricorso alle app contro lo spreco alimentare: una buona abitudine sempre più diffusa, nonostante sia ancora una realtà di nicchia. Tra le app salvacibo, la più conosciuta è indubbiamente Too Good To Go, nata in Danimarca e attiva in Italia dal 2019. Il suo nome offre già una presentazione perfetta di ciò che consente di fare la piattaforma: il cibo del giorno, avanzato da panifici, bar, fruttivendoli e dalle gastronomie dei supermarket è “troppo buono per essere buttato”. I ristoratori e commercianti possono creare delle Magic Box contenenti i prodotti rimasti invenduti e metterla in vendita nell’applicazione a 1/3 del prezzo originale.

Sulla stessa linea ma con un obiettivo differente è possibile citare Bring the food. Le eccedenze alimentari di grande e piccola distribuzione, mense e ristoranti vengono vendute solo alle Onlus e alle associazioni di volontariato con il fine di distribuire gratuitamente il cibo ai più bisognosi.

Altri due esempi di app salvacibo diverse dalle precedenti sono UBO (Una Buona Occasione) e MyFoody. La prima non combatte lo spreco di cibo mettendo a disposizione l’invenduto, ma lo previene. Infatti, spiega a tutti i suoi utenti come conservare correttamente gli alimenti e ridurre così gli sprechi. MyFoody, invece, consente ai supermercati di mettere a disposizione e vendere agli acquirenti i prodotti in via di scadenza.

Spreco di cibo

Gli standard estetici di frutta e verdura nella grande distribuzione sono elevati. Ma è bene ricordare che le imperfezioni non incidono sul gusto e la qualità

A combattere e prevenire lo spreco di cibo, però, non ci hanno pensato solo i creatori delle app: anche le associazioni territoriali si sono mosse in questo senso. Un esempio virtuoso lo dà Bella Dentro, una start-up innovativa che nasce da due giovani ragazze milanesi che vogliono restituire dignità ai prodotti classificati come “scarto” – poiché esteticamente imperfetti ma “belli dentro” – promuovendo una filiera distributiva alternativa a quella tradizionale, più etica e sostenibile. In concreto, l’associazione acquista direttamente dagli agricoltori quei prodotti ortofrutticoli di ottima qualità che solitamente non vengono accettati da cooperative o ODG, vendendoli poi nei loro store e attivando una rete di sensibilizzazione e contrasto allo spreco di cibo. Aiutare a migliorare la posizione dell’Italia nella prevenzione e lotta contro lo spreco di cibo, dunque, è possibile. E lo si può fare comodamente con il proprio smartphone oppure recandosi nei luoghi giusti!