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Come funziona l’Ecobonus 110% e quali sono le modifiche per il 2023?

24/10/2022

Consumo consapevole

Come funziona l’Ecobonus 110% e quali sono le modifiche per il 2023?       

Era il 19 maggio del 2020, i cittadini italiani stavano assaggiando nuovamente una parziale libertà dopo il lockdown dovuto all’inizio della pandemia da Covid-19, e sembrava - almeno agli occhi degli ottimisti - che l’emergenza sanitaria fosse quasi giunta al termine. Quel giorno il Governo Conte II introduce una misura di incentivazione all’interno del Decreto Rilanci, l’Ecobonus 110%, chiamato anche Superbonus.

Di cosa si tratta?

Lo scopo del bonus 110 è spingere al massimo la riqualificazione energetica nel nostro Paese, oltre che rilanciare il settore dell’edilizia, gravemente danneggiato dall’emergenza sanitaria. Ciò avviene attraverso una detrazione IRPEF fino al 110% per i lavori che mirano al risparmio energetico, a patto che alla fine dei lavori la classe dell’edificio migliori di almeno due classi.

Come funziona l'ecobonus

Chi può beneficiare dell’Ecobonus 110%?

Può essere richiesto da tutti i contribuenti che risultano possessori dell’immobile (o aventi titolo) che viene riqualificato. Ciò significa che possono richiedere il Superbonus le persone fisiche, le società di persone e capitali, le associazioni, gli enti pubblici e privati con attività commerciali.

Come si devono pagare i lavori di efficientamento? Tutto deve essere tracciato, dunque gli interventi devono essere pagati attraverso bonifici parlanti.

E come richiederlo? È necessario ottenere una Asseverazione tecnica e un Visto di Conformità da parte di professionisti abilitati che, insieme ad altre informazioni e documenti necessari, permetta all’interessato di inviare una Comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

Com’è possibile fruire del Superbonus? Le modalità sono tre e sono rimaste sempre invariate nel tempo: i contribuenti possono scegliere tra la detrazione in 5 anni (quattro annualità dal 2022) nella propria dichiarazione dei redditi, la cessione del credito o lo sconto in fattura tramite un accordo preventivo con l’impresa che ha effettuato i lavori.

 

Infine, quali sono i cambiamenti per il 2023? Le discussioni intorno al Superbonus, dalla sua introduzione e proposta nel 2020, sono state molte e, semplificando leggermente le cose, possiamo affermare che il decreto Aiuti-quater ha portato il Superbonus dal 110% al 90%, con il 31 dicembre 2022 a rappresentare la deadline per avvalersi della massima detrazione. Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui il Superbonus continuerà a essere applicato senza variazioni, cioè con la misura piena del 110%.

Come funziona l'ecobonus

Facciamo un po’ di chiarezza su questo ultimo punto cercando di suddividere i benefici dell’incentivo per la tipologia di abitazione.

  • Per quanto riguarda gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari ma pienamente indipendenti e con almeno un accesso autonomo (per esempio le villette a schiera), il Superbonus scende al 90% per le spese di efficientamento sostenute nell’anno 2023. Ci sono però dei vincoli: la detrazione sarà possibile solo per gli interventi effettuati sulle abitazioni principali e quando il reddito è inferiore a 15mila euro. E anche delle eccezioni: a queste tipologie di immobili può essere riconosciuta una detrazione del 110% per le spese sostenute entro il 31 marzo 2023 se entro il 30 settembre 2022 era già stato svolto il 30% dei lavori di efficientamento.

  • Per gli interventi effettuati nei condomini la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, nella misura del 110 % per quelle sostenute entro il 31 dicembre scorso; 90% per le spese nel 2023, 70% nel 2024 e 65% nel 2025. Va segnalato come ci siano anche alcuni casi particolari, che possono beneficiare di una detrazione al 110% fino al 31 dicembre 2025. Cioè i lavori Ecobonus 110% e Sismabonus svolti nei Comuni che sorgono in territori colpiti da eventi sismici accaduti dal 1° aprile 2009 e per gli stessi interventi fatti dalle organizzazioni senza scopo di lucro, dalle associazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale e di servizi socio-sanitari iscritte nel registro nazionale o delle province autonome italiane.